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venerdì 13 ottobre 2017

Al via la Mostra-spettacolo "CHAGALL. Sogno di una notte d'estate" > al Museo della Permanente, Milano


Arriva a Milano, da domani, l'incredibile mostra-spettacolo dedicata a Marc Chagall.
Per la prima volta in Italia musica, tecnologia e arte raccontano la vita e le opere di uno dei più grandi Maestri del '900.
Una forma del tutto inedita di vivere l'arte, una grande emozione che mette insieme spettacolo, musica, tecnologia e arte.

CHAGALL. Sogno di una notte d'estate

14 ottobre 2017 - 28 gennaio 2018

Museo della Permanente, Milano  

 

Nulla a che vedere con quanto già visto in Italia nelle cosiddette "mostre immersive": non parliamo di semplici proiezioni di immagini, ma di una regia sapientemente costruita da Gianfranco Iannuzzi, Renato Gatto e Massimiliano Siccardi, una colonna sonora curata da Luca Longobardi, capace di coinvolgere, travolgere ed emozionare i visitatori.

CHAGALL. Sogno di una notte d'estate, dal 14 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018 presso il Museo della Permanente di Milano, è una forma nuova di conoscenza dell'arte, forse quella che più le si addice perché le restituisce la funzione primaria che è quella di raccontare, stupire ed emozionare.

"Crediamo moltissimo in questo progetto – dice Iole Siena, presidente del Gruppo Arthemisia che ha deciso di investire su questa nuova espressione dell'arte – perché non si tratta di uno di quei prodotti preconfezionati che stanno avvilendo il mondo delle mostre d'arte; questo è un progetto di altissimo livello, che ha alle spalle un enorme lavoro creativo, ed è una riuscita sintesi tra il meglio dell'artigianalità italiana e della tecnologia. Il risultato è sorprendente, è un sogno."

Con il Patrocinio del Comune di Milano, la mostra CHAGALL. Sogno di una notte d'estate è promossa dal Museo della Permanente di Milano ed è prodotta in Italia dal Gruppo Arthemisia con Sensorial Art Experience.

Prodotta in Francia da Culturespaces a Carrières de Lumières, unico posto dove è stato realizzato prima d'ora questo progetto, la mostra ha avuto oltre 500.000 visitatori.

"Il Museo della Permanente - commenta il Presidente Emanuele Fiano - si conferma quale polo di attrazione nel panorama milanese con la mostra multimediale su Marc Chagall, che rappresenta un approfondimento essenziale per chi vuole conoscere in chiave contemporanea l'eclettico talento dell'artista russo. Il percorso proposto sa trasmettere emozioni uniche tramite un connubio d'arte che unisce magicamente musica e pittura già sperimentato con grande successo in altre occasioni. La qualità dei curatori rappresenta un sigillo di garanzia per tutti coloro che nelle prossime settimane vorranno venire in via Turati a gustare fino in fondo un crescendo di spettacolo e cultura."

La mostra-spettacolo è un viaggio per tappe, quelle della creazione artistica di Marc Chagall e della sua vita che si snoda in 12 macro sequenze: Vitebsk, piccolissimo villaggio russo in cui Chagall è nato, la vita, la poesia, i collages, la guerra, le vetrate, l'Opéra Garnier, Daphnis e Chloé, i mosaici, il circo, le illustrazioni per fiabe, la Bibbia.

Il mondo creativo di Chagall, in tutte le sue sfaccettature e diversità delle fonti d'ispirazione, si dipanerà davanti, attorno e dentro il pubblico.

I temi universali della sua opera - quali l'amore, la famiglia, le sue radici, umane e artistiche, i paesaggi, la musica, per come si sono sviluppati nei suoi lavori - appariranno in tutta la loro forza, effervescenza e libertà interpretativa.

Per la prima volta, il pubblico avrà piena contezza di certi dettagli meravigliosi del suo fare artistico, nonché di alcune opere della collezione del Musée National Marc Chagall di Nizza. In questo nuovo modo di fruire l'opera il visitatore-spettatore sarà in grado di percepire l'enorme densità e la ricchezza espressiva del mondo onirico di Chagall.

Accanto alle opere pittoriche, lo spettacolo mostra i suoi collages, le sue vetrate, i mosaici e tutta l'ampiezza del talento artistico di Chagall, in un assieme che inonda lo spazio scenico di colori vivi e cangianti, caratteristici della sua pittura, impregnata di un'atmosfera lirica e poetica.

Perché l'opera è tutta attorno, a 360 gradi, mentre il racconto e la musica procedono, parte integrante dell'opera stessa, in una nuova ed emozionante conoscenza dell'arte. Forse quella che molti artisti hanno sognato e che ha come fine ultimo non solo la meraviglia e la capacità di stupire ed emozionare, ma quella di raccontare coinvolgendo l'immaginazione e i sensi dello spettatore, che diviene attore e protagonista del sogno che sta vivendo.

La mostra è sponsorizzata da Generali Italia grazie al programma Valore Cultura, attraverso il quale la Compagnia sostiene le migliori iniziative artistiche e culturali per renderle accessibili ad un pubblico sempre più vasto e per promuovere lo sviluppo e la valorizzazione del territorio.

Valore Cultura vuole avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell'arte, supportando iniziative che favoriscano la partecipazione e il coinvolgimento di un pubblico ampio ed eterogeneo, con particolare attenzione ai giovani, alle famiglie e agli over 65.

In occasione della mostra CHAGALL. Sogno di una notte d'estate, per avvicinare i più piccoli al mondo dell'arte, Generali Italia in partnership con Arthemisia, offre 80 laboratori didattici gratuiti per circa 2000 bambini delle scuole materne e delle scuole elementari. I Laboratori "Sognando Chagall" rappresentano una preziosa occasione di condivisione e un utile strumento di crescita per i bambini partecipanti, consentendo loro di creare un'interazione diretta tra esperienza visiva e creativa.

Nel 2016, anno del suo avvio, Valore Cultura ha raggiunto importanti risultati: sostegno a 15 iniziative culturali, oltre un milione di visitatori, 15.000 persone nei teatri, circa 1000 studenti e ragazzi coinvolti in progetti culturali e laboratori, 350 over 65 invitati al Teatro la Scala, agevolazioni per i 10.000 dipendenti di Generali Country Italia.

La mostra vede come sponsor tecnico Trenitalia, Colore Ufficiale Giotto, brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.

L'evento è consigliato da Sky Arte HD.



INFO  E PRENOTAZIONI
T. +39 02 89 29 711

ORARI
Tutti i giorni 9.30 – 19.30
(La biglietteria chiude un'ora prima)

giovedì 12 ottobre 2017

Le nuvole di Salvatore Pupillo

Salvatore Pupillo – Nuvole








Roma - 12/10/2017 : 11/11/2017

Nuvole, mostra personale di Salvatore Pupillo, vedrà esposta una serie di dipinti della più recente produzione del pittore romano.

  • Luogo: GALLERIA FIDIA
  • Indirizzo: Via Angelo Brunetti 49 - Roma - Lazio
  • Quando: dal 12/10/2017 - al 11/11/2017
  • Vernissage: 12/10/2017 ore 18
  • Autori: Salvatore Pupillo
  • Curatori: Leonora Sofia Marussig
  • Generi: arte contemporanea, personale
  • Orari: Lun-Ven 10-13 16-19.30 / Sab 10-13

Nuvole, mostra personale di Salvatore Pupillo, vedrà esposta una serie di dipinti della più recente produzione del pittore romano. L’esposizione, a cura di Leonora Sofia Marussig, sarà visitabile dal 12 ottobre all’11 novembre 2017 e inaugurerà in occasione della Rome Art Week, iniziativa rivolta alla valorizzazione dell’arte contemporanea nella Capitale.  Protagonista di questa serie di lavori è un sapiente gioco di contrasti in cui campiture uniformi sono graffiate da un’intensa gestualità. Il lirismo cromatico degli sfondi, modulati da tonalità eteree che generano un effetto di soffice evanescenza, è spezzato da vibranti segni formulati attraverso un tocco spontaneo ma mai casuale, impulsivo ma meditato. In quella che parrebbe essere una contraddizione, il pennello si lascia condurre dall’istinto ma le sue scie sono oculatamente calibrate, non dissimili dai disegni tracciati su carta prima di confrontarsi con la tela. Traspare così una ricerca ostinata - quasi ossessiva - di un equilibrio indispensabile all’armonia del risultato finale. 

Gli sfondi sono stratificazioni di velature cromatiche che sembrano evocare una sensazione più che una realtà tangibile, immergendo l’osservatore in atmosfere impalpabili simili a dense nuvole vaporose dalla cromia delicata. Tracce filiformi, circolari, puntiformi e lineari si stagliano come impronte pregne di forza su questi fondi rarefatti, costituendo il marchio di fabbrica dell’artista. Anche nelle opere in cui i segni tracciati richiamano la sfera empirica, questi tendono a rifarsi al mondo incorporeo dell’aria e delle luci, suggerendo, ad esempio, un’analogia tra la tela e i bagliori del cosmo in “Pianeti” e in “Cosmico”; tra il dipinto e i lumi riflessi nelle increspature della trama acquatica in “Lampare”.  A rendere inconfondibile la cifra stilistica di Salvatore Pupillo è il segno, il particolare che cattura l’attenzione e permette di individuare immediatamente la mano dell’artista. La solida coerenza che percorre la sua ricerca, indipendentemente dal soggetto dei singoli dipinti, è quindi ravvisabile nella reiterazione, sempre diversa e mai seriale, di questo elemento distintivo. 
Se a primo impatto il fascino dell’opera di Salvatore Pupillo deriva dall’elegante tecnica pittorica, in seguito a un’attenta indagine ne emerge anche il profondo significato, confermando la sua raffinatezza non solo sul piano della forma, ma anche su quello del contenuto. Essa è, nel suo essere dominata dagli opposti, specchio dell’eterna dicotomia e delle contraddizioni che albergano nell’intimo della nostra psiche, rendendola oggetto di immediata identificazione da parte di chiunque si accosti alla sua visione. Così come quando, in un gioco, si scorgono forme conosciute nelle nubi che solcano il cielo, similmente nelle nuvole di colore di Salvatore Pupillo si può riconoscere un linguaggio familiare che si fa portavoce degli elementi solo apparentemente inconciliabili del nostro vissuto. Se poi non ci si lascia condizionare dai titoli attribuiti quasi sempre scherzosamente e a posteriori dall’artista, si è esposti alle infinite suggestioni che le nuvole sanno evocare, poiché nella loro sagoma indefinita è celata ogni forma possibile. 

Artista e basta di Pino Boresta (Pubblicato su; “Juliet” n. 160 December 2012 – January 2013)


La ricchezza nella rinuncia
Assomiglia come una goccia d’acqua all’attore Jack Nicholson ma lui fa l’artista e vive a Roma. Si chiama Salvatore Pupillo. Quando l’ho conosciuto mi ha raccontato che lavorava come impiegato in un ministero, ma non riuscendo a fare entrambe le cose ha deciso di licenziarsi per fare l’artista a tempo pieno, così ogni volta che lo incontro a qualche vernissage questa è sempre la prima cosa che mi viene in mente: “Cazzo! Come assomiglia a Jack Nicholson”.

Quando poi sorride con quelle sopraciglia che si sollevano diventa praticamente spiccicato al famoso attore nel suo tipico ghigno. Tutte le volte gli consiglio di sfruttare questa sua somiglianza in qualche azione che promuova la sua opera di artista visivo, ma lui è talmente timido che solo all’idea mostra sempre un visibile imbarazzo. Salvatore è uno dei pochi puri dell’arte astratta che ci sono rimasti, uno spadaccino della pittura del nulla o meglio del quasi nulla. Alcuni sui quadri che ricordo sono formati da flebili segni gialli quasi invisibili sopra una tela anch’essa di gialli sbiaditi come solo lui riesce a stendere e calibrare. Insomma un incrocio tra gesti alla Georges Mathieu, ma molto molto più leggeri, e delle sovrapposizioni dello stesso colore alla Kazimir Malevich ma il tutto molto ma molto più rarefatto.

Opere le sue che non hanno niente di ermetico e niente di intelligente: sono una sorta di assenza una su l’altra che danno vita alla sua visione del tutto. Pupillo non è un vero artista. Il mondo è pieno di veri artisti e lui è un artista e basta: vive per quello che fa senza essere assillato dalla ricerca del successo a tutti i costi. E chi sa forse Salvatore ha capito che per avere successo l’unico vero modo è avere uno stile di vita rarefatto quasi invisibile come quei soggetti delle sue opere. Perché, come scrive Stefano Paolucci: “Un uomo è tanto ricco non di tutto quello che può possedere o ottenere ma è tanto più ricco quante sono le cose a cui può rinunciare.” E Pupillo ne è l’esempio vivente.

martedì 3 ottobre 2017

Da domani a Torino la GRANDE MOSTRA > Miró! Sogno e colore > 4 ottobre 2017 - 14 gennaio 2018 > Palazzo Chiablese, Torino

Miró! Sogno e colore
4 ottobre 2017 - 14 gennaio 2018 > Palazzo Chiablese, Torino


Joan Miró, Maquette per Gaudí XII, 1975 [ca]. Gouache, ink, pencil, pastel and collage on paper, 31,3x19,7 cm. © Successió Miró by SIAE 2017. Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca. Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet
Joan Miró, Femme dans la rue, 1973. Oil on canvas, 195x130 cm. © Successió Miró by SIAE 2017. Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca. Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet
Joan Miró, Untitled, 1977, Oil and charcoal on canvas, 100x80,5 cm. © Successió Miró by SIAE 2017. Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca.
Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet




Dopo il grande successo delle mostre dedicate a Tamara de Lempicka, a Matisse e a Toulouse-Lautrec, Arthemisia conferma il rapporto privilegiato con Torino e i Musei Reali proponendo, a partire dal 4 ottobre, la straordinaria esposizione dedicata a uno dei massimi interpreti del Novecento, Joan Miró (Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983).

130 opere, quasi tutti olii di grande formato, saranno esposte nelle sale espositive di Palazzo Chiablese grazie al generosissimo prestito della Fundació Pilar i Joan Miró a Maiorca, che conserva la maggior parte delle opere dell'artista catalano create nei 30 anni della sua vita sull'isola.
Tra i capolavori in mostra, Femme au clair de lune (1966), Oiseaux (1973), Femme dans la rue (1973).

Miró! Sogno e colore è una mostra organizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Musei Reali di Torino e Gruppo Arthemisia, con il patrocinio e il supporto di Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró a Maiorca e vede come curatore scientifico Pilar Baos Rodríguez.

Come sottolinea la direttrice dei Musei Reali di Torino Enrica Pagella: "I Musei Reali ospitano Miró, dopo Tamara de Lempicka, Matisse e Toulouse-Lautrec. Un nuovo appuntamento con l'arte moderna e con uno degli artisti che ne hanno maggiormente segnato la storia. L'esposizione approfondisce il momento più felice della ricerca dell'artista, tra il 1956 e il 1983, anno della morte, ed evidenzia opportunamente le radici storiche e visive che l'hanno alimentata. Il progetto, realizzato in collaborazione con la Fundació Pilar i Joan Miró di Maiorca e Arthemisia Group, ha trovato il sostegno della Regione Piemonte e della Città di Torino, offrendosi come momento per rinnovare un confronto attivo tra i Musei Reali e le amministrazioni del territorio."



Miró! Sogno e colore presenta la produzione degli ultimi trent'anni della vita di Miró: un periodo indissolubilmente legato alla "sua" isola dove, negli anni Sessanta e Settanta, si dedica a temi prediletti come donne, uccelli e paesaggi monocromi. In mostra anche i lavori degli ultimi anni della sua produzione, quelli della pittura materica, fatti con le dita e dal colore steso con i pugni spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo.

E ancora le sculture, frutto delle sperimentazioni che fece con diversi materiali, collage e "dipinti-oggetto".

Con un linguaggio artistico universale e una poetica irripetibile, nelle opere Miró è forte il senso di appartenenza e di fusione alla sua terra, Maiorca, dove concretizzò un grande desiderio, ovvero di poter creare in un ampio spazio tutto suo, uno studio dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli. Uno studio unico ricostruito scenograficamente all'interno degli spazi di Palazzo Chiablese con gli oggetti originali.

Proprio a Maiorca - dove egli stesso visse dal 1956 fino alla morte nel 1983 - la Fundació Pilar i Joan Miró custodisce una collezione donata dall'artista e da sua moglie che conta 5000 pezzi e che conserva ancora (nel bianco edificio inondato di luce sospeso nel verde che era il suo studio) pennelli, tavolozze e attrezzi del mestiere rimasti lì dal giorno in cui è morto, come lui li aveva lasciati.

La mostra Miró! Sogno e colore prende le mosse dall'idea che l'artista aveva della propria opera: una sorta di monologo interiore e, al tempo stesso, un dialogo con il pubblico.

La mostra, in cinque sezioni, presenta opere ampiamente rappresentative della raccolta della Fundació Pilar i Joan Miró e realizzate durante l'ultimo ciclo creativo dell'artista, quello più dinamico e innovativo seppur meno conosciuto.

L'opera di Joan Miró ha aperto la strada a una nuova concezione della pittura basata su un linguaggio visivo, fisico e materico, e su codici pittorici innovativi che portarono un importante cambiamento nella pratica artistica contemporanea, dando una direzione nuova all'arte del XXI secolo e influenzando le generazioni successive di pittori, scultori e incisori in tutto il mondo. Il catalogo è edito da Skira.

L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell'arte, attraverso l'accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale. Generali Italia in questo modo sostiene le migliori attività culturali stimolando la diffusione di valori e idee in grado di creare bene­fici signi­ficativi e duraturi nel tempo.

La mostra vede come sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto by F.I.L.A., media partner Radio Dimensione Suono e hotel partner Atahotels.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
 


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lunedì 2 ottobre 2017

Non ci sono confini ... al Grande Museo del Duomo di Milano. Fino al 3 ottobre la mostra LIMITI-CONFINI

CRAMUM - Arte Contemporanea

Al Grande Museo del Duomo di Milano non ci sono confini ... almeno nell'arte.
ULTIMI GIORNI PER VISITARE LA MOSTRA "LIMITI-CONFINI"

Fino al 3 ottobre al Grande Museo del Duomo di Milano è aperta la mostra internazionale LIMITI-CONFINI curata da Sabino Maria Frassà per il progetto culturale CRAMUM. La mostra cerca di andare oltre i limiti e i confini, leggendoli come mero frutto della paura umana: dal muro gonfiabile di Franco Mazzucchelli, alle bandiere bruciate di Ivan Bruganov, alla Brexit di Marco la Rocca alla sorellanza ritratta da Magdalena Abakanowicz.

La mostra è completata da un libro-pubblicazione "SUL CONFINE, ON THE EDGE" edito Editrice Quinlan con le riflessioni di noti studiosi e intellettuali: Eugenio Borgna, Nicla Vassallo, Sabino Maria Frassà, Stefano Ferrari e Raffaella Ferrari. 
Il curatore - Frassà - spiega così l'idea originale del progetto: "Se è vero che l'uomo appare sempre più impegnato a costruire muri e a tracciare confini, è anche vero che tanti più muri si erigono, tanta più parte di umanità vive su un confine, sia esso politico, sociale, economico o culturale ... Vivere i confini può quindi anche essere un'esperienza rilevatrice, perché fa comprendere come siamo tutti vittime e carne ci del modello discriminatorio "noi contro loro": siamo tutti "diversi" da qualcun altro e prima o poi siamo tutti minoranza in qualche modo e misura.".

In mostra così le opere di 21 artisti provenienti da tutto il mondo Magdalena Abakanowicz, Zsolt Asztalos, Alessio Barchitta, Ivan Barlafante, Carlo Benvenuto, Alessandro Boezio,  Francesco Casolari, Matteo Fato, Andrea Fiorino, Daniele Fissore, Ivan Grubanov, Marco La Rocca, H.H. Lim, Franco Mazzucchelli, Dario Picariello, Pamela Pintus, Francesca Piovesan, Diego Randazzo, Daniele Salvalai, Sally Viganò.


LIMITI - CONFINI
Grande Museo del Duomo di Milano, a cura di Sabino Maria Frassà
Dal 22 settembre al 3 ottobre
10:00 - 18:00 |
 Chiuso il mercoledì. Ingresso da Piazza del Duomo.

Immagini (in ordine di comparsa):
- Vista interna della mostra con le opere di Salvalai, Abakanowicz, Piovesan e Manfredi

- Vista interna della mostra con le opere di HH Lim, Ivan Bruganov e Marco La Rocca.
- Sorellanza, Magdena Abakanowicz, 2007
- Il Muro, Franco Mazzucchelli (opera inedita e site-specific)
- My story, my version (Barbara), Zsolt Asztalos, 2015
- Copertina del libro "Sul confine, on the edge" a cura di Sabino Maria Frassà per Editrice Quinlan 





in collaborazione e con il patrocinio di


con il patrocinio di: Fondazione Cure Onlus, Comune di Milano, Istituto Confucio dell'Università degli Studi di Milano, Accademia Polacca di Roma, Consolato di Polonia a Milano, Consolato di Ungheria a Milano, Consolato di Serbia a Milano, Ludwig Muzeum, Istituto Balassi di Roma, Studio Museo Francesco Messina 
CRAMUM è una parola latina che significa "crema", "la parte migliore". CRAMUM è un progetto non profit che sostiene iniziative artistiche e culturali in Italia e all'estero, con particolare attenzione ai giovani artisti. Progetto principale di cramum dal 2012 è il Premio cramum, nato per essere un talent-program per i migliori giovani artisti in Italia. Ogni anno il premio mette al fianco dei giovani artisti finalisti artisti di fama internazionale, intellettuali, curatori, collezionisti e giornalisti. Dal 2014 Sabino Maria Frassà è il Direttore Artistico.
Le precedenti edizioni del Premio sono state vinte da: Daniele Salvalai, Paolo Peroni, Francesca Piovesan, Matteo Fato e Giulia Manfredi.

Per informazioni: 334.1539578 infocramum@gmail.com



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domenica 1 ottobre 2017

Mario Vespasiani in una grande mostra al Museo Storico dell'Aeronautica Militare

Mario Vespasiani

FLY SKY and AIR

Il Museo Storico dell'Aeronautica Militare in occasione del quarantesimo anniversario della sua fondazione ha il piacere di annunciare la mostra di Mario Vespasiani, uno dei talenti più interessanti della pittura italiana, con un progetto specificatamente pensato per il Museo, dal titolo Fly Sky and Air.

Dopo l'importante esposizione collettiva Our place in space, su iniziativa della NASA e dell'ESA che sta coinvolgendo Vespasiani in un tour mondiale, in dialogo con le immagini dell'universo scattate dal telescopio Hubble, continua il suo interesse verso le altitudini e gli spazi aperti e questa mostra è un ulteriore tassello di una ricerca artistica che ha saputo distinguersi e raggiungere a soli 39 anni una notevole complessità e un particolare rilievo.

A quasi un secolo dal Manifesto dell'Aeropittura Futurista che con i suoi artisti ha oltrepassato quella che fino ad allora era la frontiera terrestre, per celebrare l'entusiasmo per la velocità e il mito della macchina, Vespasiani affronta il medesimo impulso partendo da un altro punto di vista e lo fa smaterializzando il peso dei velivoli, per immergerli in un paesaggio in cui si fondono, in uno spettacolo che è pura natura, nel quale appaiono simili agli scogli, alla montagne, alle tinte delle nuvole, esaltando la lezione di Enrico Prampolini, nel suo riferimento ad una "spiritualità extraterrestre" in cui l'occhio del pittore deve condurre ad una esperienza che non è più fisica ma mentale, in quello che definiva "idealismo cosmico".

Saranno presentate le opere inedite di vario formato, realizzate nel corso 2017, dedicate ad un tema, come quello del volo, che ha sempre appassionato l'autore e che con questa esposizione ne manifesta anche una conoscenza approfondita, nella scelta delle forme e dei modelli, che hanno segnato momenti significativi della storia dell'aeronautica mondiale, dagli albori fino agli ultimi modelli supersonici. 

Vespasiani dichiara di aver affrontato ogni opera lavorando sul particolare stato d'animo che gli ha suscitato ogni velivolo, cercando di mettere in risalto quelle caratteristiche come velocità, potenza, leggerezza e silenzio che contraddistinguono ciascun aereo, come fossero le peculiarità di soggetti umani ritratti, per questo Mario si è avvalso dei preziosi consigli dell'amico Gianluca che con la sua esperienza, gli ha fornito spunti importanti per familiarizzare con alcune caratteristiche note agli esperti. 

L'esposizione accoglie dipinti su tela, acquerelli su carta aeronautica e opere di realizzate su differenti materiali. Un evento che si annuncia di grande interesse sia per l'aspetto artistico che per quello didattico, per conoscere e scoprire come un mezzo meccanico e tecnologico, sia in grado di specchiarsi nell'arte, nel saper unire il viaggio al sogno, le prospettive inaspettate fino alle manovre audaci, tra istinto e preparazione metodica.

Il Museo Storico dell'Aeronautica Militare è il più importante museo nazionale di storia del volo e con i suoi 13.000 mq di superficie coperta, tra i più grandi al mondo. La mostra site-specific del giovane maestro Mario Vespasiani, non fa che confermare la missione dell'Istituzione nella promozione della cultura e della divulgazione storica, celebrando con un evento memorabile il suo Quarantennale.

L'esposizione sarà inaugurata presso l'hangar Badoni, dove sono conservati i Grandi Velivoli Storici, venerdi 20 ottobre alle ore 16,00 e proseguirà sino al 10 novembre 2017.


Autore: Mario Vespasiani

Titolo: Fly Sky and Air

Inaugurazione venerdi 20 ottobre alle ore 16,00

Luogo: Museo Storico dell''Aeronautica Militare

Durata: dal 20 ottobre al 10 novembre 2017

ORARI
Periodo ora legale ore 09.00 - 17.30 - Ultimo ingresso ore 17.00
Periodo ora solare ore 09.00 - 16.30 - Ultimo ingresso ore 16.00
Chiuso tutti i lunedì feriali

INGRESSO GRATUITO

Museo Storico dell''Aeronautica Militare
Aeroporto "Luigi Bourlot"
Strada Circumlacuale, snc - Loc. Vigna di Valle 
00062 - Bracciano (Roma)

Uff. Prenotazioni e Informazioni:
Tel/Fax 06.99887509/8


​​​​
COME RAGGIUNGERCI
AUTO: da Roma, seguire la Via Cassia fino a La Storta e inserirsi sulla Braccianese-Claudia da percorrere per 18 chilometri sino al bivio, situato sulla destra, per Vigna di Valle. Sempre lungo la Braccianese-Claudia si può uscire in località Osteria Nuova e proseguire per Anguillara-Sabazia, da dove, percorrendo il lungolago si giunge a Vigna di Valle. Provenendo dalla Via Aurelia o dall'Autostrada A12 (Roma-Civitavecchia), seguire le indicazioni prima per Cerveteri, poi per Bracciano e, successivamente, immettersi sulla Braccianese-Claudia, direzione Roma, da percorrere sino al bivio per il Museo sulla sinistra. Dall'Autostrada A1, prendere l'uscita Magliano Sabina direzione Civita Castellana, proseguire per Nepi, immettersi sulla Via Cassia Veientana, direzione Roma, ed uscire al bivio Settevene-Trevignano-Bracciano. Proseguire per 6.2 km circa fino al bivio per Anguillara Sabazia. Ad Anguillara, seguire il lungolago direzione Bracciano fino a raggiungere l'ingresso del Museo che troverete sulla destra.

TRENO: Linea FM3 con stazione di arrivo Bracciano e stazioni di partenza rispettivamente Roma Ostiense, per chi viene da Roma, e Viterbo Porta Fiorentina, per chi proviene da Viterbo (orari). Giunti a Bracciano è possibile raggiungere il Museo con taxi o bus locale (vedi sotto per gli orari).

AEREO: dall'Aeroporto Leonardo da Vinci (Fiumicino) prendere la ferrovia FM1 fino Roma Trastevere, poi ferrovia FM3 fino a Bracciano. Dall'Aeroporto di Ciampino prendere il bus Cotral fino alla stazione Anagnina, poi prendere la metro A fino a Valle Aurelia e da lì la ferrovia FM3 fino a Bracciano.


Mario Vespasiani (1978) è un artista visivo italiano. Inaugura la prima mostra non ancora ventenne e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei e luoghi di culto. Durante la sua carriera le sue opere sono state poste in dialogo diretto con alcuni maestri dall'arte italiana, quali Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto e Mario Giacomelli. 

La sua ricerca non ha riferimenti analoghi nel panorama contemporaneo per tematiche, scelte espositive e collaborazioni, nel corso del tempo è stato uno dei pochi ad avere interessato anche studiosi di discipline che vanno dalla teologia all'astrofisica, dall'antropologia alla filosofia. 

Si esprime attraverso un alfabeto simbolico che si fonda sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura: attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale il suo lavoro va inteso come continuazione dell'opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale. 

Dal 2013 lavora a Mara as Muse, un progetto composto da dipinti, disegni, fotografie e libri d'arte, che rimette la presenza femminile al centro dell'ispirazione artistica. Ha esposto nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi nella sede di Torino e qui con Imago Mundi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Di recente è stato in mostra a Venezia e Chiavenna nella collettiva Our place in space, promossa da NASA ed Esa che proseguirà nel 2018 in un tour mondiale. 

Nel 2016 è l'ideatore del primo Festival sul pensiero contemporaneo la Sibilla e i Nuovi Visionari, che nel 2017 si è esteso anche in alcuni centri colpiti dal sisma; sempre nel 2017 è stato il promotore degli incontri interculturali dal titolo: Indipendenti, Ribelli e Mistici, che hanno coinvolto esponenti di vari ambiti a discutere sul presente, tra creazione e condivisione. Trentanove sono ad oggi le pubblicazioni personali, che dall'esordio, hanno documentato in maniera metodica la sua ricerca.


Il Museo storico dell'Aeronautica Militare è un museo aeronautico situato a Vigna di Valle nel comune di Bracciano, luogo in cui nel 1908 venne costruito e volò il primo dirigibile militare italiano. L'inaugurazione del museo è avvenuta nel 1977, alla presenza del Presidente della Repubblica Leone. Gestito direttamente dall'Aeronautica Militare, occupa le strutture che furono prima del Centro Sperimentale Aeronautico e quindi, fino al 1945, del Centro Sperimentale per gli idrovolanti e per l'armamento navale, poi sede di un reparto di Caccia Marittima e quindi di un gruppo di volo del soccorso aereo. 

Il museo, oltre ai velivoli e ai motori che rappresentano l'evoluzione dell'aeronautica in Italia, conserva importanti collezioni riguardanti apparecchiature fotografiche, apparati radioelettrici, armi, equipaggiamenti di bordo individuali e collettivi. A completamento è possibile ammirare numerosi oggetti e cimeli legati all'aeronautica gran parte dei quali provenienti da collezioni private. Il Museo pur mantenendo un indirizzo tipicamente tecnico e storico, presenta un'area dedicata all'influenza che ha avuto l'aviazione nell'arte figurativa.

Mario Vespasiani insieme alla moglie Mara

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