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giovedì 6 luglio 2017

Mostra: Tutti gli Ismi di Armando Testa

TUTTI GLI "ISMI" DI ARMANDO TESTA
A cura di Gianfranco Maraniello con Gemma De Angelis Testa
Mart, Rovereto
22 luglio 2017 ― 15 ottobre 2017

Anteprima stampa Venerdì 21 luglio ore 12 



A Rovereto, nel centenario della nascita, una mostra sugli universi visivi, i temi ricorrenti e le maggiori utopie di Armando Testa, il più celebre e amato pubblicitario italiano del secolo scorso.
Dal 22 luglio il Mart propone un'indagine sulle ragioni delle scelte stilistiche di una delle menti più eclettiche e vivaci della nostra cultura contemporanea.




Testa riesce a mantenere un sottofondo metafisico rispetto alle esigenze commerciali
Germano Celant, 1993

È un surrealismo giocoso e infantile che si diletta dell'assurdità del quotidiano
Jeffrey Deitch, 2001



Dal 22 luglio le sale dedicate all'arte contemporanea del Mart, al secondo piano, saranno abitate dalla travolgentefantasia di Armando Testa, senza dubbio il maggior pubblicitario italianogeniale interprete della propria epoca e anticipatore di fondamentali istanze contemporanee. Nato a Torino nel 1917, esattamente 100 anni fa, Testa contribuì a costruire la cultura visiva italiana di cui oggi siamo eredi.

Con Tutti gli "ismi" di Armando Testa, Gianfranco Maraniello e Gemma De Angelis Testa rendono omaggio all'estro di uno tra i maggiori comunicatori italiani, curando una mostra che risulta un vero e proprio tuffo nell'immaginario di un grande sperimentatore.L'esposizione si concentra sulle narrazionisui riferimenti visivi, sui temi formalisulla capacità di costruire mondi immaginari.

Attraverso la presentazione di estratti di famose interviste e filmati di repertorio, il percorso di visita èscandito da illuminanti aneddoti raccontati dallo stesso Armando Testa. Si comincia con lo spezzone di una videointervista nella quale il pubblicitario dichiara che, dopo aver perso un cliente a causa di una proposta troppo azzardata, in agenzia si disse: «No, il Testa qualche volta ha delle cose azzeccate, negli "ismi", chiamiamoli "ismi"tutti i modernismi. Qualche volta sarà bene guardare di più il marketing!».
Gli "ismi" sono il perno attorno a cui ruota l'intero progetto del Mart
Futurismo, Astrattismo, Surrealismo, grandi artisti del '900 sono fonti alle quali Testa attinge in una vorace e costante ricerca della comprensione della vita moderna.

L'arte come stella polare, il cinema e la fotografia come linguaggi dai quali carpire tecniche e strutture nutrono la formazione e la carriera dell'insuperabile comunicatore
Nelle opere di Testa le grammatiche culturali si ibridano e incontrano i riferimenti più comuni, rendendo la quotidianità un territorio fantastico ricco di significazione. 

Tutti gli "ismi" di Armando Testa vuole testimoniare il dialogo tra il lavoro del creativo torinese e i più vivaci vocabolari culturali, evidenziandone i meccanismi di vicinanza: a volte l'arte offre riferimenti diretti, altre volte analogie di metodo. Testa intuisce che il mondo stacambiando e che i linguaggi della modernità diventanopatrimonio comune, identità condivisa. Precursore assoluto, inaugura un nuovo modo di fare pubblicità,sintesi perfetta tra rappresentazione e simbolo. Tra metafore, miraggi, sogni, favole, metamorfosi, le sue creazioni concedono un'evasione dall'ovvietà del reale, rispondendo ai bisogni primari dello spettatore: divertimento, emozionecoinvolgimento

La mostra prosegue soffermandosi sulle influenze dei grandi maestri dell'arte moderna internazionale e sulle passioni iconografiche ripetute e reinterpretate durante quella che fu una lunga carriera. L'allestimento, cheinclude filmati, manifestiquadri, fotografie e scultureapprofondisce con particolare attenzione i topoi delle dita, quello degli animali e l'invenzione di mondi surreali. Procedendo per suggestioni tematiche, illustra la ricerca del pubblicitario italiano, restituendo un artista a tutto tondo la cui attività supera l'ambito della comunicazione ed entra in contatto diretto con le energie e le sperimentazioni che hanno segnato gli ultimi settant'anni. Tra i sottotesti che l'esposizione evidenzia, c'è la costante dell'umorismo: giochi di parole e slittamenti semantici sono tra le caratteristiche fondamentali dei numerosi immaginari rappresentati. 

Armando Testa raggiunge tutti i pubblicipiacendo tanto ai frequentatori delle gallerie, dei musei e dei cinematografi, quanto ai consumatori meno avvezzi ai linguaggi colti. Attraverso una formidabile capacità visionaria e con grande ironia, Testa costruisce iconedel mondo moderno, anche rielaborando creativamente stilemi e canoni della storia dell'arte così come manifestazioni del proprio tempo, decontestualizzandoli e riassemblandoli. Con raffinata efficacia semiotica, traduce alcune delle più ardite prove dell'arte, in materiale per la comunicazione di massa. Si nutre di arte e, con costante attenzione, vi ravvisa gli strumenti per comprendere, rileggere e costruire il racconto della vita moderna

Nasce così un universo simbolico che diventa parte dell'immaginario collettivo dell'Italia contemporanea.

La mostra, che si conclude con un video dal sapore quasi profetico sulla comunicazione e sull'uso delle immagininel futuro, presenta circa 150 opere tra sculture,manifesti, video, pubblicità, spot televisivi, bozzetti,quadri e installazioni
Accompagna l'esposizione un catalogo, edito da Electache contiene saggi di Gianfranco Maraniello e Stefano Bartezzaghi, oltre a un'intervista a Gemma De Angelis Testa.



Armando Testa a Rovereto
Con l'obiettivo di consolidare la propria identità, da due anni il Mart ha ricollocato al centro della programmazione il proprio patrimonio, costituito dalle importanti Collezioni, dall'iconica architettura e dal territorio non metropolitano nel quale il Mart si inscrive. Con queste premesse il Mart dedica una grande mostra adArmando Testa, erede e nuovo interprete di tradizioni artistiche rappresentate nelle Collezioni museali. 
Nel centenario della nascita, Tutti gli "ismi" di Armando Testa, testimonia la centralità della tradizione artistica del '900 anche nelle elaborazioni delle forme culturali di massa e nelle esperienze estetiche largamente diffuse. Del resto, nel manifesto Il Futurismo e l'Arte pubblicitariadel 1931, lo stesso Fortunato Depero preconizzava:"L'arte dell'avvenire sarà potentemente pubblicitaria".




MartRovereto
Corso Bettini, 43
38068 Rovereto (TN)


Orari
mar-dom 10.00-18.00 
ven 10.00-21.00 
lunedì chiuso

Tariffe
Intero 11 Euro 
Ridotto 7 Euro
Gratuito fino ai 14 anni e persone con disabilità


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Arte/mostre - Deutsche Bank: dal 7 luglio al 3 ottobre 2017, la Deutsche Bank KunstHalle, in collaborazione con il Museo Ebraico di New York, presenta la mostra di Roberto Burle Marx.

 

Deutsche Bank KunstHalle Presents Artist and Landscape Architect Roberto Burle Marx

 

Berlin, 6 July 2017

 

From July 7 to October 3, 2017, the Deutsche Bank KunstHalle, in cooperation with The Jewish Museum in New York, is presenting: Roberto Burle Marx: Brazilian Modernist the first comprehensive survey exhibition in Germany of the Brazilian artist and landscape architect Roberto Burle Marx.

 

In his native Brazil, Roberto Burle Marx (1909-1994), along with the architects Oscar Niemeyer and Lúcio Costa, is revered as a pioneer of Modernism. His garden designs for the capital Brasília and, above all, his works in Rio de Janeiro have had a lasting impact on the face of these cities. Burle Marx's revolutionary landscape architecture, which is oriented to abstract painting, has an international reputation even today.

 

During his over sixty-year career, he designed more than 2,000 gardens around the world. Among his most important are the gardens of the Ministry of Education and Health built by Niemeyer, Costa and Le Corbusier (1938), Flamengo Park (1961), and the wavelike paving of Avenida Atlântica (1970) in Copacabana.

 

Roberto Burle Marx: Brazilian Modernist, which had its premiere at The Jewish Museum, New York, in 2016, illustrates the full range of his artistic production, seen in Germany for the first time, and erases boundaries between the different media and disciplines. Burle Marx was not only a landscape architect, but also a sculptor, set designer, designer, and environmental activist. 

 

His universal way of thinking is still inspiring generations today. In the show, his art enters into dialogue with works by international contemporary artists, including Juan Araujo, Paloma Bosquê, Dominique Gonzalez-Foerster, Veronika Kellndorfer, Luisa Lambri, Arto Lindsay, Nick Mauss, and Beatriz Milhazes.

 

The exhibition, curated by Jens Hoffmann, Director of Special Exhibitions and Public Programs, and Claudia J. Nahson, Morris and Eva Feld Curator (both at The Jewish Museum, New York), highlights Roberto Burle Marx's profound humanism and spirituality - the idea of a modern Garden of Eden that inspired him throughout his life.  

 

The exhibition was organized by The Jewish Museum, New York, and was made possible, in part by Deutsche Bank, The Emanuel and Riane Gruss Charitable Foundation, as well as other generous supporters.  

 

The Jewish Museum and Yale University Press co-published the catalogue Roberto Burle Marx: Brazilian Modernist with contributions by Jens Hoffmann and Claudia J. Nahson. It is available at the ArtShop of the KunstHalle with an insert in German.



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mercoledì 5 luglio 2017

MADE4ART, Milano: mostra "Guido Alimento. Il canto del mare" - con gentile richiesta di segnalazione

Guido Alimento. Il canto del mare
a cura di Vittorio Schieroni, Elena Amodeo 

MADE4ART, Milano | 18 - 25 luglio 2017 

Special opening con l'artista martedì 18 luglio, ore 18.30 

Preview 5 - 17 luglio

Lo spazio MADE4ART di Milano è lieto di presentare Il canto del mare, personale dell'artista fotografo di origine marchigiana Guido Alimento (Macerata, 1950) a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni

In esposizione una selezione di opere che hanno per tema il mare, fissato, descritto e interpretato dall'obiettivo dell'artista in tutta la sua straordinaria poesia.

Accanto alla serie Mare tra realismo e astrazione, dove la vastità e la potenza dell'elemento naturale ritratto in una visione panoramica è in grado di suscitare stupore e meraviglia nell'osservatore, Guido 

Alimento concentra l'attenzione anche su dettagli all'apparenza minimi e tendenti all'astrazione, come i legni corrosi dalla salsedine delle cabine da spiaggia e le coloratissime reti dei pescatori, particolari capaci di rivelare il mare senza mostrarlo direttamente, alludendo all'essere umano che conduce la propria vita in riva o sulle onde. 

Il mare di Alimento è un luogo al contempo fisico e dello spirito, con una propria musica che sa toccare nel profondo la nostra interiorità. 

Un canto che, parafrasando il poeta e artista libanese Khalil Gibran, non termina sulla riva, ma nel cuore di chi ascolta.

La personale di Guido Alimento prevede uno speciale incontro con l'artista fotografo, che si terrà presso la sede di MADE4ART in data martedì 18 luglio alle ore 18.30. 

Nello stesso periodo nella prestigiosa location del Lido Palace Hotel di Santa Margherita Ligure, MADE4ART esporrà un progetto artistico di Alimento che rimarrà aperto al pubblico negli spazi dell'hotel per tutta la durata della stagione estiva.


Guido Alimento. Il canto del mare 
a cura di Elena Amodeo, Vittorio Schieroni

18 - 25 luglio 2017
Orari di apertura: 
Preview dal 5 al 17 luglio: su appuntamento
Special opening con l'artista martedì 18 luglio, ore 18.30
Dal 19 al 24 luglio: lunedì ore 15 - 19, martedì - venerdì ore 10 - 13 / 15 - 19

MADE4ART 
Spazio, comunicazione e servizi per l'arte e la cultura 
Via Voghera 14, 20144 Milano 




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Arte e vino: la Cantina Pizzolato ospita la mostra de "Gli animali fantastici" di Dario Fo


Il 2 agosto verrà inaugurata in cantina la mostra creativa, creata grazie al "Progetto Dario Fo".

Da sempre sostenitori dell'arte e delle belle collaborazioni, la Cantina Pizzolato ospiterà, durante i mesi di agosto e settembre 2017, "Gli animali fantastici", mostra d'arte realizzata da giovani artisti in memoria del premio Nobel, per il "Progetto Dario Fo".

Un concorso promosso dall'associazione ABConlus con la consulenza della Compagnia Teatrale Fo Rame nel quale i bambini delle scuole materne ed elementari di alcuni istituti del Veneto hanno potuto, secondo la loro fantasia ed immaginazione, disegnare degli animali fantastici

Il maestro Enrico Berico Bartolini, con l'aiuto di Jacopo Bartolini e quello di Luca Orlando di Epicbrand, hanno reso possibile la realizzazione in 3D dei disegni vincitori che sono diventati oggi delle vere e proprie sculture. Tutto ciò è stato fortemente sostenuto da Jacopo Fo e da Marina Salvato, organizzatrice e coordinatrice del concorso.

Le opere del concorso, ispirato profondamente all'ultimo lavoro di Dario, il libro "Darwin. Ma siamo scimmie da parte di padre o di madre?" continuano attualmente ad essere esposte nei luoghi che accolgono con entusiasmo il progetto.

Dal 2 agosto, data in cui ci sarà l'inaugurazione della mostra in cantina con un reading di Valeria Zanette, nome molto apprezzato nel trevigiano, fino all'intero mese di settembre le 10 sculture saranno esposte presso la Cantina Pizzolato di Villorba, che il 30 giugno aveva ospitato Mario Pirovano, primo allievo di Dario Fo, portando in scena per la prima volta, dopo 24 anni, "Il Ruzzante di Dario Fo".

Gli animali fantastici  si integreranno perfettamente in un percorso sensoriale e artistico che circonderà l'intera e nuova struttura ecosostenibile di Pizzolato: "La nuova cantina, inaugurata a maggio 2016, è nata anche per questo – spiega Settimo Pizzolato, titolare dell'azienda pioniera del vino biologico dal 1991 – per essere un punto di riferimento di Treviso e per Treviso, siamo lieti di ospitare la mostra e di poter collaborare nella diffusione dell'arte, di sostenere progetti come questi, capaci di promuovere la cultura, coinvolgendo le persone nell'arte e nella libera espressione di sé stessi come hanno fatto questi piccoli autori degli animali fantastici".
 
La Cantina Pizzolato S.r.l.
Via IV Novembre, 12 Villorba (TV) Italy
Tel. +39 0422 928166 - Fax +39 0422 629343



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Grande successo inaugurazione mostra “Domenico Gnoli. Disegni per il teatro. 1951-1955 ” a Spoleto

Grande successo per l'inaugurazione della mostra "Domenico Gnoli. Disegni per il teatro. 1951-1955 " che si è tenuta sabato 1 luglio 2017, alle ore 15, presso il Palazzo del Comune di Spoleto.

Una "folla" di persone formata da autorità, addetti ai lavori e gente comune, ha assistito all'evento.

E il "benvenuto" è stato dato dai due curatori Michele Drascek e Duccio K. Marignoli - dalla  sorella dell'artista Domenico, Mimì Gnoli - dal Direttore Artistico del Festival dei Due Mondi, Giorgio Ferrara - e dal Sindaco del Comune di Spoleto, Fabrizio Cardarelli.

La mostra è organizzata e prodotta dalla Fondazione Marignoli di Montecorona, in collaborazione con l'Archivio Domenico Gnoli di Roma e il Comune di Spoleto, con il patrocinio della Regione Umbria, nell'ambito del 60˚ Festival dei Due Mondi.

Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha conferito una medaglia quale suo premio di rappresentanza all'Inaugurazione della mostra.
La Fondazione Marignoli di Montecorona esprime il proprio ringraziamento al Capo dello Stato per il prezioso attestato di stima e di apprezzamento che ha voluto concedere alla mostra di uno dei più importanti artisti italiani del Novecento.

L'esposizione, con ingresso gratuito, visitabile fino a domenica 1 ottobre 2017, e ospitata presso le Sale del Palazzo del Comune di Spoleto, rientra nella serie di progetti espositivi ed editoriali che la Fondazione Marignoli di Montecorona promuove e che hanno le caratteristiche di uno "studio".

"DOMENICO GNOLI. DISEGNI PER IL TEATRO. 1951-1955" è, infatti, una mostra che presenta e indaga un periodo specifico della produzione di Domenico Gnoli (Roma, 1933 - New York, 1970): la creazione di disegni di costumi e di scenografie per il teatro realizzati dal 1951 al 1955.
Tale lasso di tempo è antecedente alla fase in cui l'artista si dedicherà esclusivamente alla pittura e al disegno.

NELL'ESPOSIZIONE DI SPOLETO SONO PRESENTATI 70 DISEGNI.

Le opere in mostra provengono tutte dall'Archivio Domenico Gnoli di Roma ed includono:
·         i disegni per i manifesti della versione teatrale di "Chéri" di Colette prodotta dalla Compagnia Andreina Pagnani e andata in scena al Teatro Eliseo a Roma (1951);
·         i disegni per l'opera di Carlo Gozzi "Re Cervo" (1953);
·         le scenografie per "La Belle au Bois" di Jules Supervielle richieste all'artista da Jean- Louis Barrault (1954);
·         i disegni per lo scenario e i costumi di "As you like it" di William Shakespeare diretto da Robert Helpmann all'Old Vic Theatre di Londra (1955);
·         gli schizzi per una scenografia del balcone di "Romeo e Giulietta" (1955).

Il catalogo dell'esposizione, pubblicato da Editoriale Umbra per la Fondazione Marignoli di Montecorona, a cura di Michele Drascek (curatore dei progetti della Fondazione Marignoli di Montecorona), contiene una prefazione dell'esimio professore Bruno Toscano, e i contributi dello stilista, scenografo e costumista Quirino Conti, Michele Drascek e Duccio K. Marignoli (presidente della Fondazione Marignoli di Montecorona).

Dettagli Catalogo/Catalogue details:
Graphic design: M A Y B E Studio / Giovanni di Natale
20 x 25 cm / 7 x 9 inches
pp. 256
Hard cover
Prize: 35 Euro
Prezzo in mostra: 30 Euro


DOMENICO  GNOLI 
(Roma, 1933 - New York, 1970)
Nato a Roma, Domenico Gnoli, figlio dello storico dell'arte Umberto Gnoli e della ceramista Annie de Garrou, è stato avviato sin dall'infanzia al disegno, per poi dedicarsi da autodidatta alla pittura.
Frequenta da giovanissimo i corsi di incisione e disegno  di C.A. Petrucci, direttore della Calcografia Nazionale di Roma.

Nel 1951 partecipa alla mostra Art graphique italien contemporain presso la Galerie Giroux di Bruxelles; tiene la prima personale alla galleria La Cassapanca di Roma e disegna il poster per la versione teatrale di Chéri di Colette, prodotta dalla Compagnia Andreina Pagnani al Teatro Eliseo di Roma.

Nel 1952 si è iscritto al corso di scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma. Già a vent'anni disegna scene e costumi per il Re Cervo di Carlo Gozzi e per Il Mercante di Venezia per la Compagnia di Cesco Baseggio per lo Schauspielhaus di Zurigo.

Nel 1954 si trasferisce a Parigi, dove Jean Louis Barrault lo invita a disegnare le scenografie per La Belle au Bois di Jules Supervielle. Lo stesso Barrault lo presenta a Londra, dove, nel 1955, all'Old Vic Theatre realizza scene e costumi per As you like it di Shakespeare, diretto da Robert Helpmann.

Malgrado il successo ottenuto come scenografo, decide di abbandonare il teatro per dedicarsi  alla pittura e al disegno. Nel 1956 va ad abitare a New York dove partecipa  alla  mostra Contemporary Italian Painters  alla Sagittarius Gallery dove l'anno successivo tiene una mostra di quadri e disegni.

Nel 1957 espone disegni e dipinti in una personale alla galleria Arthur Jeffress di Londra  e  l'anno successivo tiene la prima personale di dipinti in Italia, alla galleria l'Obelisco a Roma. Dalla seconda metà degli anni '50 trascorre molto tempo a New York dove si dedica più intensamente alla pittura pur continuando a collaborare con illustrazioni per alcuni libri pubblicati in America e per diversi periodici  facendo  reportage che lo portano a fare lunghi viaggi.
Frequenta vari artisti tra cui il grande amico Ben Shahn. Scrive e illustra una lunga favola, Oreste or the Art of Smiling, pubblicata da Simon and Shuster a New York e da Collins a Londra. Ma, sempre più preso dalla pittura, decide di stabilirsi nell'isola di Mallorca.

Nel 1964, dopo una personale alla Galerie Schoeller di Parigi, i galleristi Jan Krugier di Ginevra e Mario Tazzoli di Torino, lo mettono sotto contratto per alcuni anni. Seguono mostre personali  a Torino, Napoli e Roma, al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, alla Kestner-Gesellschaft di Hannover.

Nel 1968 prepara una mostra di 40 quadri  e  cinque sculture in bronzo per la Sidney Janis Gallery a New York.
Muore a New York il 17 aprile 1970.

In seguito, sono state organizzate  numerose  retrospettive in vari musei e importanti gallerie (Ginevra, Bruxelles, Darmstadt, Rotterdam, Parigi, Francoforte, Roma, Madrid, Venezia, Palma de Mallorca, Modena, Prato).




NOTIZIE UTILI MOSTRA
sede: Spoleto, Palazzo del Comune (Piazza del Comune 1)
durata: 2 luglio – 1 ottobre 2017
inaugurazione: 1 luglio 2017, ore 15

orari:
dall'1 al 16 luglio
lun.-mart.–merc.–giov.-ven., dalle 16.30 alle 20.30
sab.-dom., dalle 10.30 alle 13,30 e dalle 16.30 alle 23.30

dal 17 al 31 luglio
lun.-mart, dalle 10.30 alle 13,30
ven.-sab.-dom., dalle 10.30 alle 13,30 e dalle 16.30 alle 20.30
CHIUSO merc.-giov.

agosto
TUTTI I GIORNI, dalle 10.30 alle 13,30 e dalle 16.30 alle 20.30

dall'1 al 10 settembre
TUTTI I GIORNI, dalle 10.30 alle 13,30 e dalle 15.30 alle 19.30

dall'11 settembre all'1 ottobre
lun.-mart- ven., dalle 10.30 alle 13,30
sab.-dom., dalle 10.30 alle 13,30 e dalle 15.30 alle 19.30
CHIUSO merc.-giov.

ingresso: gratuito



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sabato 1 luglio 2017

Freedom Fork | The other side of the fork - Mostra personale di Giovanni Scafuro a Milano

Freedom Fork
The other side of the fork


Mostra personale di Giovanni Scafuro a cura di Beppe Treccia


I lavori e le opere dell'Artista napoletano saranno esposte, all'interno del ristorante "Al Cortile" e nella scuola della Food Genius Academy (Viale Col di Lana 8, Milano), dal 3 luglio 2017.



"Freedom Fork | The other side of the fork" questo il nome della personale dell'Artista Giovanni Scafuro, a cura di Beppe Treccia, che sarà inaugurata il 3 luglio 2017, alle ore 19,  nella prestigiosa cornice del ristorante "Al Cortile" e della scuola della Food Genius Academy di Milano.

La mostra prende il titolo "Freedom Fork" da un'installazione "site specific" che l'Artista ha realizzato per la prima volta in occasione di questa sua esposizione.

Giovanni Scafuro, celebre pioniere nel riuso di argenteria e utensili, da 30 anni lavora e rielabora posate trasformandole in gioielli, sculture ed oggetti di design

Il suo vero grande amore, il suo oggetto cult, è la forchetta
Ed è proprio in occasione della mostra "Freedom Fork | The other side of the fork" che Scafuro ha deciso di dare vita alla sua musa ispiratrice realizzando una maestosa forchetta alata.

Nella personale dell'Artista partenopeo saranno presenti alcuni dei suoi ultimi lavori realizzati con "scarti di mare": remi, parti di barche, pezzi di legno levigati e successivamente rivisitati

Il tutto sarà accompagnato dal suo tratto distintivo, le posate appunto, che si trasformano in luccicanti banchi di pesci.

Oggetti capaci di suscitare allegria partendo da una semplicità estrema, oggetti di uso quotidiano quali lampade, sedie, tavoli, gioielli a cui Giovanni ha dato una nuova veste che, come lui stesso afferma, "rappresenta solo un momento, un cambiamento di rotta nella vita dell'oggetto stesso".

Il riciclo, il recupero, sono una costante del suo continuo processo di sperimentazione.

  • Vinyl set: Kisk (Apparel Music)
  • Thanks fOr Flyer ArtWork By Massimiliano Petrone 
  • Musica a cura di Apparel Music [Dj Kisk]




BIOGRAFIA DELL'ARTISTA
Nato a Napoli, classe 1971, Giovanni Scafuro ha respirato fin da giovanissimo l'aria di botteghe artigiane del centro, credendo però di proseguire in tutt'altra camminata.

Si è infatti diplomato come perito tecnico delle industrie elettriche e in elettromeccanica. L'incontro con Guido Puca, architetto, designer e artigiano tutto in un unico uomo, gli ha trasmesso la conoscenza di molte tecniche di lavoro mischiate all'utilizzo dei materiali più disparati. 

"Guardare le cose in un altro modo, con semplicità e ironia" diventa l'imperativo di Giovanni, che decide di aprire un atelier a Milano, in zona Tortona, centro nevralgico del FuoriSalone.

Il concetto intorno al quale ruota la filosofia di questo instancabile propulsore della creatività si lega al cambio di rotta da dare ad un oggetto. 
La missione è "liberare gli oggetti dalla quotidianità senza spogliarli della loro funzionalità, per ricollocarli, brillanti di nuova vita, nell'uso giornaliero".

Il riciclo è punto fermo all'interno di un mondo in cui tutto è pressoché già presente e lo spreco non accenna a diminuire, inoltre usare cose che prima erano altro ha qualcosa di affascinante e romantico, diverte e incuriosisce i clienti.

Il riuso fatto da Giovanni abbraccia vari settori e tipologie di oggetti, ma i bijoux prendono il sopravvento rispetto al resto. Tina, ad esempio, è un anello che prende forma grazie alla termosaldatura di sacchetti di plastica, quindi non ne esiste uno uguale ad un altro.

Ri-viste sono invece i bracciali in carta riciclata di magazine e cartone, da indossare per regalarsi ogni giorno una lettura diversa.


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