CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Ultime news di Mostre ed Esposizioni

Cerca nel blog

domenica 8 gennaio 2017

Inaugurazione mostra SOTTOPELLE di Rachele Moscatelli



Teatro comunale San Teodoro di Cantù

RACHELE MOSCATELLI

SOTTOPELLE



a cura di Elisa Fusi

Inaugurazione: domenica 15 gennaio 2017 ore 19


In mostra fino al 10 febbraio 2017


Il Teatro comunale San Teodoro di Cantù è lieto di presentare SOTTOPELLE, mostra personale dell'artista Rachele Moscatelli (Cantù, 1993) a cura di Elisa Fusi. 



Dal 15 gennaio al 10 febbraio 2017 gli spazi del teatro canturino presentano la recente produzione della giovane artista: tredici opere di medie e piccole dimensioni realizzate su carta e tela, appartenenti alla serie Collezione di Madonne; una grande installazione fotografica dal titolo Nuotare è come volare; un'installazione site-specific allestita sul palco del teatro esclusivamente per la serata di inaugurazione, che metterà in scena una Crocifissione al femminile ambientata in un salotto borghese.

L'esposizione testimonia l'interesse dell'artista per la rappresentazione della figura femminile indagata da un lato come icona di bellezza pubblicitaria e dall'altro come depositaria dell'affetto ma anche deldolore materno, come avviene nell'iconografia sacra


Nella volontà di unire apparenza e sostanza, contemporaneità e tradizione, voleri e valori, Moscatelli affronta con un linguaggio semplice e diretto l'aspetto estetico, sociologico e antropologico della questione dell'identità femminile, accantonando gli ideologismi a favore di una presa diretta con la realtà e l'esperienza personale.


La mostra si apre con la serie Collezione di Madonnesei opere realizzate tra il 2015 e il 2016 con il collage, la stampa digitale e la stampa calcografica su carta. 


Come il ragno perde la sua pelle e il baco da seta il suo involucro, queste Madonne nate dalla contemporaneitàperdono le loro sembianze per diventare simboli di maternità e disofferenza. 



Sono figure perturbanti ed enigmatiche, prelevate dalle pagine patinate delle riviste di moda e dalle pubblicità e poi manipolate e distorte nella loro fisionomia attraverso diverse tecniche tra cui l'incisione e il collage per far emergere il dolore del loro vissuto. 

Soffocate, lacerate e incise in superficie, si ergono solitarie in primo piano con colli allungati, sorrisi stridenti e sguardi insani.


Una sofferenza del tutto femminile che caratterizza anche l'installazione che trova luogo sul palco del teatro:  una Crocifissione che rovescia la tradizionale iconografia mostrando come il dolore della vergine per la morte del figlio sia così forte da diventare lei stessa oggetto dellacrocifissione. 


La crocifissione è però un'allusione simbolica e metaforica: non siamo su un monte e non ci sono croci, ma pochi elementi ambientano la scena all'interno di un salotto; non ci sono personaggi dalle sembianze umane ma una serie di fantocci realizzati dall'artista con calzamaglie ricolme di ovatta o di bachi da seta ormai estinti (il protagonista), quali interpreti della fecondità materna ma allo stesso tempo dell'aborto

La loro disposizione richiama la Crocifissione di Matthias Grünewaldun'opera del Cinquecento che colpisce per la resa efficace dell'agonia dei personaggi, e di cui troviamo un dettaglio tra le pagine del libro d'artista Rachele aperto al centro del palco

Si tratta di un libro di memorie, appunti e paragoni visivi che racchiude l'intero processo di ideazione di questa mostra e l'indagine svolta negli anni sull'identità femminile. 

Ed è da queste pagine, dall'associazione visiva tra una Crocifissione dipinta da Francis Bacon e una statua raffigurante la Madonna sofferenteche nasce l'idea di una crocifissione al femminile, in cui il dolore della Madonna diventi altrettanto forte e universale

Un intreccio di riferimenti iconografici storico-artistici ma anche autobiografici, nati da una presa diretta con la realtà. 

Su un secondo piano di lettura, infatti, l'approccio alla sofferenza è intimo e personaleproveniente dalla perdita di una familiare. E quindi il body, il cassetto, le fotografie: elementi di una storia privata che circoscrivono all'ambito personale un'iconografia di portata universale.


La sofferenza trova infine pace nell'ultima opera, una composizione di grande formato che chiude concettualmente la mostra proponendo una sorta di catarsi, di resurrezione. 

Nuotare è come volare è un'installazione composta da una sequenza di 30 fotogrammi prelevati in ordine non consequenziale dal cortometraggio The land of men(1966) del regista armeno Artavazd Peleshyan

Con il procedimento della cianotipia, i fotogrammi prescelti sono stati impressi dall'artista mediante la luce solare su carta fotografica scaduta, poi fissata in camera oscura. 

La disposizione finale dei fotogrammi propone un'analogia visiva tra le immagini di nuotatori, paracadutisti e un astronauta immersi nell'acqua o nell'aria, circondati dal vuoto

E con questa condizione di leggerezza si chiude la mostra, aprendo una via verso l'ascensione e la ricongiunzione con qualcosa che era primalontano e inafferrabile.


Note biografiche

Rachele Moscatelli è nata a Cantù (CO) nel 1993. Dopo essersi diplomata all'Istituto d'Arte Fausto Melotti di Cantù, si laurea in Grafica all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove attualmente frequenta il biennio di specialistica nello stesso indirizzo di studio. 

Ha partecipato a diverse mostre collettive e collaborato con studi di visualdesign per installazioni e progetti espositivi. Questa è la sua prima mostra personale.


----------------
Rachele Moscatelli
SOTTOPELLE
a cura di Elisa Fusi
Inaugurazione domenica 15 gennaio 2017, ore 19
In mostra fino al 10 febbraio 2017
Teatro Comunale San Teodoro, via Corbetta 7, Cantù (CO)
Ingresso libero
La mostra è visitabile negli orari di apertura del teatro, in presenza di spettacoli teatrali e durante gli aperitivi della domenica. 
www.teatrosanteodoro.it | www.rachelemoscatelli.it
Mail. mostre@teatrosanteodoro.it | Tel. 347 8086566


--

www.CorrieredelWeb.it

sabato 7 gennaio 2017

Quando c'era "ARIA"

Quando c'era "ARIA" una rivista che non era come tutte le altre, che non faceva quello che fanno tutte le altre, che non si finanziava come tutte le altre, che non sceglieva chi pubblicare come tutte le altre, la cui redazione non era composta come tutte le altre, che non mostrava le opere come tutte le altre, che non mostrava gli artisti di tutte le altre, che non parlava come tutte le altre. Una rivista d'arte che non si presentava mai come tutte le altre, ma che era fatta sopratutto per tutti gli altri, per tutti quegli altri artisti che questo lo hanno capito e per questo ci hanno apprezzato.


Non-si-sa-poi-cosa



All’inizio fu “Rosso” poi “Non-si-sa-poi-cosa” questi i temi dei primi 2 numeri della nuova rivista “ARIA underground” che è stata presentata alla Fondazione Volume a luglio. 

Questa iniziativa editoriale nata dal gruppo ARIA “Artisti Romani Riuniti in Assemblea” riunitosi intorno a due artisti romani (Alfredo Pirri e Cesare Pietroiusti), ha deciso di portare avanti il proprio progetto anche quando del gruppo ARIA non-si-è-più-saputo-nulla. 

I componenti della redazione quasi tutti artisti (Angelo Bellobono, Arianna Bonamore, Pino Boresta, Tania Campisi, Carlo De Meo, Franco Nucci, Cristiana Pacchiarotti, Gianni Piacentini, Mario Tosto) sono presenti tra le pagine della rivista a dire ogni volta la loro con immagini, brevi testi o altri linguaggi insieme a tutti gli artisti di cui sono state selezionate le opere tra le molteplici spedite alla redazione, senza discriminazioni di sorta e nel tentativo di dare spazio ai lavori migliori. 

È questa una rivista dove a farla da padrone è l’immagine e le parole e i testi non mancano ma anzi sono ricercati e voluti, l’unica cosa che viene evitata sono le pippe mentali dei critici che spiegano quanto è bella e importante una certa opera. 

In questa rivista invece sono gli artisti (più o meno famosi) a dire la loro, a parlare di arte con scritti ed immagini inviando il loro inedito contributo in linea con il tema ogni volta scelto. 

Si vengono così a formare delle pagine magistralmente composte che sono quasi delle opere assestanti a tiratura limitata ed in alcuni casi addirittura uniche, come per le dieci copie riprodotte su lucido dove su una pagina predisposta viene chiesto di volta in volta ad altrettanti generosi artisti affermati di realizzare un intervento unico. 

È questa, infatti, l’unica fonte di sostentamento dato che la rivista viene distribuita gratis e in alcuni casi spedita a musei fondazioni e gallerie. 

Titolo e tema del prossimo numero “A reason to go out of home”, spedite il vostro lavoro (redazionearia@gmail.com) e non siate permalosi se non verrete scelti al primo tentativo perché chi la dura la vince (così almeno dicono). 

pino boresta



































Pubblicato su;  ("Juliet" n. 198  October - November  2012)



















































In foto: 
- Invito della Presentazione di ARIA alla Fondazione Volume.
- Presentazione del primo numero di ARIA al MACRO. 
- Pino Boresta durante la presentazioni di un nuovo numero di ARIA.
- Fotocomposizione dei componenti della redazione di ARIA in ordine da sinistra a destra: I fondatori, Tania Campisi, Arianna Bonamore, Pino Boresta, Gianni Piacentini (non fondatore), Cristiana Pacchiarotti, Carlo De Meo, Giorgio de Finis (non fondatore). Mancano Mario Tosto socio fondatore ritiratosi, e mancano Angelo Bellobono, Franco Nucci e Roberto Piloni che in qualche modo hanno collaborato per un breve periodo.
- Alcune foto della redazione finale durante un incontro al MAAM.

mercoledì 4 gennaio 2017

A CONVERSATION WITH RAY JOHNSON AND JOHN HELD, JR. (DECEMBER 2, 1977)

martedì 3 gennaio 2017

Mostra "Carlo Migliorini. C'est la Vie" | Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia | Con il Patrocinio del Comune di Pavia | Gennaio 2017


Carlo Migliorini. C'est la Vie
inaugurazione 13 gennaio 2017, ore 18

Spazio per le Arti contemporanee del Broletto
Piazza della Vittoria, Pavia



La mostra prosegue fino al 29 gennaio 2017
Venerdì 13 gennaio 2017, alle ore 18, inaugura nello Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia la mostra C'est la Vie, personale dell'artista Carlo Migliorini.

L'esposizione, che rimane aperta al pubblico fino al 29 gennaio 2017, è organizzata da Made4Art in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia, è curata da Elena Amodeo e Vittorio Schieroni, e presenta una selezione di opere di varie dimensioni che testimoniano la più recente produzione dell'artista.

Si tratta di lavori pittorici dove le geometrie, le linee e i colori, le inclusioni di materiali e di oggetti fondono astrazione a figurazione, Cubismo a Surrealismo, dotte citazioni a ricerca artistica.


Irriverente e colto sperimentatore, Carlo Migliorini – che ha scelto come nome d'arte Sélavy, gioco di parole e pseudonimo utilizzato anche da Marcel Duchamp – conduce lo spettatore nel suo inusuale universo artistico, ricco di riferimenti e omaggi ai grandi maestri dell'arte moderna e contemporanea, con un approccio ludico e autoironico, che fa emergere tutta la forza e la freschezza della sua creatività.

Osservando attentamente le opere in mostra – scrivono i curatori Elena Amodeo e Vittorio Schieroni nel testo critico di presentazione – si scoprono dettagli inediti, particolari di una personalità diversamente caratterizzata, che fonde e supera i capisaldi della storia dell'arte, elaborando un linguaggio nuovo, colto e raffinato. 

Scoprire il Migliorini artista è una sorpresa e un piacere visivo e mentale, come sfogliare un libro di storia dell'arte completamente rinnovato e ricco di spunti inediti e inaspettate rivelazioni. 

Il Novecento fa capolino dalle sue opere con tutti i colori, le forme, le geometrie, le lezioni che è stato capace di impartire trascinando l'arte a un punto di non ritorno e a infiniti modi di produrre creatività. 

L'arte non nasce dal nulla, da sempre è frutto dell'insegnamento di un passato assimilato, rivisto ma anche affrontato di petto e alla fine superato. 

Migliorini mastica questi elementi fondamentali, li rielabora attraverso il proprio carattere e la propria personalità, attraverso la propria fantasia, lasciando il compito a Sélavy di dare vita alla sua personalissima idea di arte.

Biografia
Carlo Migliorini, antiquario, gallerista ed esperto di arte antica e moderna vive e lavora a Pavia. 

Dal 1980, dopo un'intensa esperienza lavorativa nel mondo del caffè come contitolare di un'azienda del settore, si è dedicato con passione al mondo dell'arte antica con una galleria antiquaria nel centro storico di Pavia all'interno di una chiesa barocca del Seicento. 

La passione per l'arte antica prima, poi per l'arte moderna, lo ha portato a curare pubblicazioni, cataloghi e mostre monografiche. 

Da anni affianca alla sua attività professionale quella di artista con lo pseudonimo di Sélavy. 

Nell'ottobre del 2016, in occasione della Dodicesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI - Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, si è svolta presso lo spazio M4A - MADE4ART di Milano una sua mostra personale.

Orari: giovedì e venerdì ore 16-19, sabato e domenica 10.30-12.30 - 16-19
Catalogo in mostra: disponibile in versione cartacea o scaricabile gratuitamente dal sito www.made4art.it
Ingresso libero
Per info: info@made4art.it
tel. 338.1071862
E-mail: chiara.argenteri@comune.pv.it


--
www.CorrieredelWeb.it

domenica 1 gennaio 2017

!esroF















!esroF
Ho appena terminato di leggere "L'androide Abramo Lincoln" di Philp K. Dick e anche se non ha soddisfatto completamente le mie aspettative l'ho trovato bello ed interessante come tutti i suoi libri, e si! Perché una volta che scopri (dopo aver letto i suoi migliori capolavori) uno scrittore come PKD, se possiedi una certa forma mentis, vieni praticamente stregato e non puoi più fare a meno di leggere tutti i suoi libri al di la del fatto che siano dei best seller o meno. Per alcuni lettori diventa necessario nutrirsi di qualsiasi cosa abbia scritto PKD perché vieni non solo conquistato da quell'incredibile scrittore che è stato, ma vieni affascinato da suoi pensieri e da come questi prendono corpo senza aver paura di essere esposti. Pensieri che a volte sembrano ingenui e ai quali spesso nessuno darebbe peso, ma lui non è nessuno e per lui hanno peso, per cui lui fa quello che non verrebbe in mente quasi a nessuno di fare, li scrive e ci fa un libro. Credo che sia questo uno dei motivi per il quale Dick sia diventato un vero e proprio scrittore di culto, adorato da molti lettori. Ma se sei uno di quei lettori a cui piace leggere racconti, emozionarsi mentre li legge, e arrivare fino alla fine del libro per scoprire come finisce, lascia stare PKD non è per te..., nei libri di Philip spesso la storia di per se non ha nessun valenza, il finale è spesso inesistente come pure l'inizio. 
Scrive Philp Dick: Non ha senso scrivere un romanzo di fantascienza se si è convinti che 'ciò che si descrive sia vero, perché allora la fantascienza è una sorta di codice, uno stratagemma per dire ciò che non si è in grado di dire e che in realtà non si riesce ad affrontare', e non è così, perché si può dire qualsiasi cosa senza rischio di diffamazione. Se penso che una grande organizzazione di riabilitazione spacci stupefacenti, dovrei denunciarla alle autorità - se ho delle prove, e se non le ho dovrei lasciar perdere. Questa idea mi è venuta mentre cercavo un modo di convertire le mie esperienze in un romanzo; non avevo preconcetti, niente da rivendere alla gente, da predicare, niente di cui convincere le persone. Non ho fatto altro che tirare fuori quella che mi sembrava una nuova, brillante idea fantascientifica basata su esperienze che avevo vissuto, usare ciò che mi era accaduto e che poteva tornarmi utile nella mia vita di scrittore, in modo tale che non tutto andasse sprecato, in un certo senso.
Dopo che ho letto questo sua affermazione mi è venuto spontaneo pensare;
Non è quello che spesso fanno alcuni artisti?
Non è per questo che io non riuscirei mai a scrive libri di fantascienza?
Non è per questo che io tento di fare l'artista?
Non è per questo che a volte non riesco a essere artista?
Non è per questo che a volte riesco ad essere artista?
Non è per questo che non è importante se si è artisti o no? Forse?
Forse, forse, forse
Quel "forse" tanto presente in tutti i libri di PKD.
Quel "forse" tanto presente in tutti i testi di PKD.
Quel "forse" tanto presente nella vita di PKD.
Quel "forse" tanto presente nella morte di PKD.
Quel "forse" tanto presente nelle morti di PKD.
Quel "forse" tanto presente nelle vite di PKD.
Quel "forse" presente in me.
Quel "forse" presente in voi.
Quel "forse" presente ovunque.
Quel "esrof" di:
Idee
Esperienze
Rivendere
Predicare
Convincere
E poi:
Vivere
Accadere
Potere
Utilizzare
Sprecare
Sprecare in un certo senso?
Forse! !esroF
atserob onip
ps
Qui un mio vecchio articolo anche su PKD:
http://pinoboresta.blogspot.it/search/label/Artribune

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *