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venerdì 11 novembre 2016

GRANDE MOSTRA > Antonio Ligabue > 11 novembre 2016 - 8 gennaio 2017 > Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, Roma


Antonio Ligabue
11 novembre 2016 - 8 gennaio 2017
Complesso del Vittoriano - Ala Brasini


Antonio Ligabue, Autoritratto con spaventapasseri, s.d. (1955-1956). 
 Olio su tavola di faesite, cm. 70x50. Collezione privata




Dall'11 novembre 2016 all'8 gennaio 2017 le sale del Complesso del Vittoriano - Ala Brasini di Roma accolgono la mostra Antonio Ligabue: un'esposizione interamente dedicata al genio tormentato, originario della Svizzera tedesca, ma che a Gualtieri - sulle rive del Po - visse fino alla morte dopo essere stato espulso dal Paese natale nel 1919. 

Autodidatta, grazie a una visionarietà e a una capacità di trasfigurazione straordinarie, raggiunse quella dimensione pittorica di espressionista tragico, profondamente umana e intrisa di una sensibilità viscerale che gli valsero la conquista di una propria identità e, dopo fatiche e ostracismi, i riconoscimenti da parte di appassionati e di storici dell'arte.


Attraverso circa 100 lavori, la mostra propone un excursus storico e critico sull'attualità dell'opera di Ligabue che rappresenta oggi una delle figure più interessanti dell'arte del Novecento.

Nato a Zurigo nel 1889, dopo tormentati e inquieti anni di vagabondaggio, nel 1919 giunge a Gualtieri dove nel 1929 incontra Renato Marino Mazzacurati (artista della Scuola Romana e poliedrico esponente di correnti artistiche quali il cubismo, l'espressionismo e il realismo) che ne comprende l'arte genuina e gli insegna l'uso dei colori a olio, guidandolo verso la piena valorizzazione del suo talento. 

Con singolare slancio espressionista e con una purezza di visione tipica dello stupore di chi va scoprendo - come nell'infanzia - i segreti del mondo, Ligabue si dedica alla rappresentazione della lotta senza fine, per la sopravvivenza, di animali della foresta; si autoritrae in centinaia di opere cogliendo il tormento e l'amarezza che lo hanno segnato, anche per l'ostilità e l'incomprensione che lo circondavano; solo talvolta pare trovare un po' di serenità nella rappresentazione del lavoro nei campi e degli animali che tanto amava e sentiva fratelli (in particolare, i cani).

Tra gli olii esposti Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero (1956-1957), Tavolo con vaso di fiori (1956) e Gorilla con donna (1957-1958), accanto a sculture in bronzo come Lupo siberiano (1936).

In mostra anche una sezione dedicata alla produzione grafica con disegni e incisioni quali Mammuth (1952-1962), Sulki (1952-1962) e Autoritratto con berretto da fantino (1962) e una sezione sulla sua incredibile vicenda umana.

Sotto l'egida dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio, Roma Capitale e Fondazione Federico II Palermo, la mostra Antonio Ligabue è promossa dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri e dal Comune di Gualtieri, è curata da Sandro Parmiggiani, direttore della stessa Fondazione e da Sergio Negri, presidente del comitato scientifico, con l'organizzazione generale di Arthemisia Group e C.O.R. Creare-organizzare-realizzare.

L'evento vede come sponsor Generali Italia, sponsor tecnico Trenitalia e media partner AD.
Il catalogo è edito da Skira.





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Bruna Esposito. DAVVERO @ FL GALLERY, Milano | Opening: 16.11.2016, 6.30 PM



Bruna Esposito
"davvero"

Inaugurazione: 16 novembre, ore 18:30 - 21:00 
17 novembre 2016 - gennaio 2017

FL GALLERY 
Viale Sabotino, 22 Milan - Italy



Federico Luger (FL GALLERY) è lieto di presentare "davvero", quarta mostra personale di Bruna Esposito, una delle più note e significative artiste italiane e unica italiana invitata alla Tredicesima Biennale Internazionale di Cuenca (Ecuador, 2016), a cura di Dan Cameron.

Il progetto presenta due nuclei di lavori, uno inedito e l'altro che riprende temi e materie cari all'artista. Le opere dialogano tra loro, creando una sorta di fenomeno. Occhi di pesce e scope di bambù in un allestimento paranoico e ironico, dove gli sguardi molteplici degli occhi di pesce si immergono in una boscaglia corallina di scope. Bruna Esposito ci sorprende "davvero": tra stratificazioni di materiali, entriamo in un universo sommerso, enigmatico e muto.

Davvero? L'ho visto coi mie occhi...

È caratteristica del lavoro di Bruna Esposito l'utilizzo di materiali eterogenei, spesso legati al quotidiano e all'alchemico, che rielabora poeticamente coinvolgendo molti livelli percettivi. Il suo pieno riconoscimento è stato il Leone d'Oro vinto con altre quattro artiste italiane con l'inesistente padiglione nazionale dAPERTutto, curato da Harald Szeemann alla Biennale di Venezia del 1999.

Un'artista di grande spessore e sensibilità, che ritorna la quarta volta con una personale alla FL Gallery di Federico Luger, sua galleria di riferimento.





Bruna Esposito
"truly"

Official opening: 16th November, 18:30 - 21:00
vember 2016 - January 2017

FL GALLERY
Viale Sabotino, 22 Milan - Italy



Federico Luger (FL GALLERY) is proud to present "davvero", the fourth solo exhibition by Bruna Esposito, one of the best-known and most relevant Italian artists and the only female Italian artist invited to take part in the Thirteenth International Biennial of Cuenca (Ecuador, 2016), curated by Dan Cameron.

The project presents two sets of works, one new and the other drawing on topics and subject matters that the artist holds dear. The works interact with each other to create a kind of phenomenon. Fish eyes and bamboo brooms in a paranoid and ironic installation in which the multiple stirs in the eyes of the fish are immersed in a coral undergrowth of brooms. Bruna Esposito surprising "really" there: between layers of materials, we enter into an underwater universe, enigmatic and silent.

Truly?! I've seen it with my own eyes….

Bruna Esposito's work stands out for the use of miscellaneous materials, often linked with everyday life and alchemy, poetically working on and involving many different levels of perception. Full recognition came in the form of a Golden Lion that she was jointly awarded together with four other female Italian artists for a non-existent national Pavilion entitled "dAPERTutto" curated by Harald Szeemann at the 1999 Venice Biennial. A great and sensitive artist, who is returning to Federico Luger's FL Gallery (a favourite location of hers) for the fourth time with a solo show.




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La Collezione Gelman: arte messicana del XX secolo. Frida Kahlo, Diego Rivera, Rufino Tamayo, María Izquierdo, David Alfaro Siqueiros, Ángel Zárraga > 18 novembre ore 12 Palazzo Albergati Bologna


18 novembre ore 12 Palazzo Albergati Bologna

Presentazione alla stampa della grande mostra >

La Collezione Gelman: arte messicana del XX secolo.
Frida Kahlo, Diego Rivera, RufinoTamayo, María Izquierdo, David Alfaro Siqueiros, Ángel Zárraga




Frida Kahlo, Autoritratto con treccia, 1941, Olio su masonite, 51x38,5 cm, The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2016
Frida Kahlo, L'amoroso abbraccio dell'universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xolotl, 1949, Olio su tavola, 70x60,5 cm, The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca, © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2016
Frida Kahlo, Autoritratto con scimmie, 1943, Olio su tela, 81,5x63 cm, The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2016


Diego Rivera, Girasoli, 1943, Olio su tela, 90x130 cm, The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca, © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust, D.F. by SIAE 2016
Diego Rivera, Paesaggio con cactus, 1931, Olio su tela, 125,5x150 cm, The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust, D.F. by SIAE 2016



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L'ho fatto ancora una volta


















"Ho letto che oggi come oggi per raggiungere qualche obbiettivo più che un bravo artista devi essere uno scaltro incantatore di serpenti, in effetti più passa il tempo e più mi rendo conto che è così. Sicuramente una certa capacità e destrezza nelle pubbliche relazione è necessaria, se non indispensabile, ma non dovrebbe essere questo a determinare la scelta di un artista. È vero che esistono artisti che hanno più nemici che capelli in testa, ma il detto “Tanti nemici tanto successo” non è in realtà vero per tutti. I strateghi del sistema dell’arte consigliano invece di essere molto diplomatici e mantenere sempre buoni rapporti con tutti specialmente se non si è sufficientemente famosi o potenti per potersi permettere dei nemici. Sembra che così facendo si possa con buona probabilità elemosinare qualche particina di secondo piano in qualche evento di quelli che contano, ma a quale prezzo? Il mondo dell’arte è tutto un “ Io so che tu sai che io so che tu sai, ma non te lo dico e faccio finta di niente”. Sono molti quelli che comportandosi in siffatto modo pensano di acquisire una posizione di vantaggio nei confronti dell’interlocutore di turno. A me invece piace parlare e raccontare"
Si! Raccontare è più forte di me come ho già scritto una volta in questa mia citazione sopra riportata. L'ho fatto ancora una volta... ho raccontato, mi sono raccontato anche in questa intervista che mi ha fatto ultimamente Francesco Cogoni per Cagliari Art Magazine e che qui riporto a favore dei miei lettori su Corriere del Web.
Pino Boresta





Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Il mio è stato un excursus piuttosto tradizionale, ma sono approdato abbastanza presto a un tipo di arte sperimentale e anticonvenzionale, appena ho scoperto i Situazionisti.
Così da subito, come ha detto una giovane critica su di me, ho incominciato rapidamente a intrufolarmi ovunque nel tessuto sociale metropolitano, uscendo fuori dal sistema e travalicando ogni tipo di schema.
Poi se vuoi sapere qualcosa di più a proposito dei miei esordi o riguardo ai miei primi lavori puoi leggere questo testo di Stefania di Mitri di cui ti aggiungo il link: http://pinoboresta.blogspot.it/2011/08/1993-stefania-di-mitri.html
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
Moltissimi sono gli artisti e gli episodi che influenzano ogni giorno il mio lavoro.
Questo che ti allego in corsivo qui di seguito, per esempio, è quello che ho ironicamente risposto (facendo il verso a quello che lui aveva scritto) una volta a un certo Vincenzo che si lamentava di aver ricevuto più di un email con il mio testo/comunicato del progetto “Firma Boresta – La petizione diventa un’opera d’arte”.
E indiceva una contro petizione nella quale mi augurava di rimanere ignoto fino alla fine dei secoli, e si auspicava che non fossi accettato neanche a una mostra parrocchiale, perché secondo lui gli artisti veri si affermano per meriti e non per petizioni, e le petizioni si fanno solo per casi pietosi come i popoli oppressi:
Invio una personale petizione perché il conosciuto Marcel Duchamp benché diffidato continua a rompermi con le sue opere disseminate in ogni dove, costringendomi a vederlo ed a apprezzarlo contro la mia volontà, io spero che ritorni ignoto fino alla fine dei secoli, e non venga più esposto nemmeno alla mostra parrocchiale di Piffione: anche lì sanno bene che un orinatoio appoggiato, uno scola bottiglie capovolto o una ruota di bicicletta incastrata in uno sgabello, non sono certamente delle opere d’arte che meritano di essere esposte ad una biennale. I veri artisti si affermano per meriti; magari per mezzo di qualche bella foto, ma non certo per una petizione. In quanto le petizioni si fanno per casi pietosi oppressi o vittime di persecuzioni: com’è vero che gli orinatoi si usano per pisciarci, gli scola bottiglie per scolare, e cosi via… Pertanto visto che ormai il Duchamp, a causa anche del suo stato attuale, nessuno perde più tempo a opprimerlo, esorto tutti ad incazzarci contro il molestatore via mail altrettanto responsabile di questo stato delle cose, così come:
COME coloro che ogni giorno ci lasciano nella buca della posta montagne di volantini e pieghevoli pubblicitari.
COME coloro che ogni giorno ci violentano il panorama e la vista con quegli enormi cartelloni pubblicitari in ogni angolo di strada.
COME coloro che in televisione per radio o su Internet interrompono sistematicamente la nostra concentrazione su ciò che stiamo vedendo, ascoltando e facendo.
COME coloro che ci inviano sui cellulari sms pubblicitari ingannevoli.
COME tutta quella cacca che ci arriva sulla postale elettronica senza riuscire a capire chi te la sta mandando.
Ma più colpevole di tutti costoro è il molestatore unico che mi costringe una volta per tutte a reagire.
Saluti
Pino Boresta
Comunque un grande artista che ha sicuramente influenzato in qualche modo il mio lavoro è Arnul Rainer.













Cosa cerchi attraverso l’arte?
Una volta dissi che fare un certo tipo di opere d’arte mi dava perlomeno l’illusione che potessi con queste cambiare le cose.
Ma ora credo di aver perso anche questa flebile illusione e non ho più certezze, anche se spesso in alcuni momenti della vita ho creduto di averle.
Comunque anche se quello che faccio non cambierà un bel nulla, credo che incomincerò a dire a tutti coloro che mi faranno questa domanda (o simili) che faccio l’artista e realizzo le mie opere perché voglio cambiare il mondo, soffocando e ignorando il mio scetticismo, si! Dirò così;
“Con il mio lavoro voglio cambiare il mondo”…
Perché il solo fatto di dirlo me lo fa sperare, ed io voglio sperare, perché il solo fatto di dirlo mi fa stare meglio, ed io voglio stare meglio, perché il solo fatto di dirlo mi fa amare quello che faccio ed io voglio amare.
Il resto questa volta sono chiacchiere che voglio lasciare ad altri.
Ma per i curiosi riporto qui due link dove si potrà vedere cosa ultimamente sto cercando di fare per l’arte:
Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
“Adagio Flebile ma con sentimento” Questa tua domanda mi ha fatto ricordare di questa risposta che ho dato una volta a Roberto Cascone che spacciandosi per Alessandra Galetta mi inviò una serie di domande alle quali io come un allocco farlocco sono cascato con tutte le scarpe.
Te la riporto in forma integrale perché composi uno sfizioso mail di risposta che credo meriti una pubblicazione:
Oggetto: Pino con Brio Vivace ma non troppo
Pino Boresta ha scritto:
Sat, 14 Sep 2002 12:44:48 +0200
Perché parli inglese? Scherzo.
Come vanno le cose? Andante vivace.
Stai bene? Allegro moderato.
E Cesare lo vedi? Andante cantabile con moto.
Come sta? Allegro ma non troppo.
Roma com’è? Poco sostenuta.
Che lavoro fai? Largo, Allegro molto vivace.
Quanto guadagni? Adagio, Flebile ma con sentimento.
Hai risolto i tuoi problemi? con Brio.
Hai delle mostre in vista? Continuo, Adagio ma non troppo.
A cosa stai lavorando? secondo Movimento adagio, terzo Movimento allegro.
Posso fare qualcosa per te? Presto.
Fammi sapere. Prestissimo.
Grazie. Finale.



















C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
Si!
Ed è esattamente quello che riporto proprio in quella stessa email dopo che risposi alle domande, sempre pensando di scrivere ad Alessandra Galetta:
Cara Alessandra mi ha fatto molto piacere ricevere la tua lettera, ultimamente come ti sarai accorta sto lavorando con il mio solito procedimento lavorativo per lavori on line sulla rete Internet, ma allo stesso tempo sto preparando anche una mostra di tradizionalissimi quadri ad olio che presenterò al più presto (…).
Mi chiedi se puoi fare qualcosa per me e ti ringrazio perché, in effetti, ci sarebbero molte cose nelle quali potresti aiutarmi e delle quali mi piacerebbe parlare con te, (…)
Si tratta in sostanza di una mostra che vorrei trovare il modo di fare in una galleria o luogo deputato, sono sicuro che tu saprai valutare e considerare il tutto con cognizione di causa: Pertanto la storia inizia cosi: tutto comincio nel 2000 con il progetto da me chiamato M.E.R. (Manifesti Elettorali Rettificati) che ho compiuto sui manifesti elettorali delle ultime elezioni.
Questo è un lavoro che avevo già iniziato su alcuni manifesti elettorali nel 1996 (come potrete vedere su alcune foto) ma a quel tempo questi interventi rientravano all’interno del progetto D.U.R. (Documenti Urbani Rettificati) dove oltre ai manifesti erano modificati con le solite facce anche volanti, locandine, multe, avvisi, pieghevoli, ecc.
Tutto era poi lasciato sul posto per detournare il passante (solo alcuni documenti, 1 o 2 per ogni serie rettificata, venivano prelevati a documentazione e memoria dell’evento).
Il progetto M.E.R. nasce a Venezia nel 1999 durante la biennale quando per la prima volta intervengo sul faccione di un politico e più precisamente gli occhiali di Vittorio Sgarbi allora non ancora ex sotto segretario ai beni culturali.
Da allora ad ogni campagna elettorale ho compiuto questo tipo d’intervento urbano non solo a Roma ma anche in altre città italiane.
Quest’ultima volta però durante l’intervento M.E.R. oltre a rettificare i vari manifesti affissi per la città (azione tra l’altro correttamente compiuta in assoluta osservanza delle norme di par condicio) ho pensato di portare via, strappandoli dai muri, nello stile Mimmo Rotella, anche una serie di manifesti di vari canditati che mi sono riservato di modificare in un secondo tempo nello studio per poi presentarli in qualche mostra.
Ora vorrei realizzare una mostra con questo titolo “M.E.R.D.A.” ossia (Manifesti Elettorali Rettificati Da Asporto).
Titolo forse un po’ troppo forte ma sicuramente d’effetto da come ho avuto modo di costatare, visto come tutti battono in ritirata ogni volta che l’ho proposto.
Tutti lo ritengono probabilmente troppo pericoloso!…
Ho deciso pertanto di non considerare vincolante tale titolo hai fini di una presentazione o eventuale esposizione dei lavori.
Nonostante ciò tali lavori devono risultare anch’essi troppo eversivi visto che non ho trovato nessuno disposto a sostenermi né tanto meno ad espormi.
Paura? Ma di cosa?
Come possono pochi manifesti rivisitati danneggiare l’immagine di un politico più di quanto non facciano tutti quei comici che in televisione li ridicolizzano continuamente e in ogni modo?
Che male può fare un povero artista visivo?
Non si dice che siano le parole quelle che fanno più male?
Qui abbiamo solo immagini; o forse lì dove l’immagine si lega a contenuti forti si compie un ponte mediatico particolarmente efficace del quale bisogna avere timore?
Si contesta all’arte contemporanea la tendenza d’astrazione dai contenuti sociali, il suo divenire sempre più aleatoria e fine a se stessa, ma quando si propone qualcosa di diverso si ha paura di rischiare.
Ma non lo sanno che chi non risica non rosica?
Come ha scritto qualcuno sul sole 24 ore
“Senza un margine di rischio da parte dei promotori non esiste libertà di sperimentazione e di ricerca per gli artisti.”
Un abbraccio
Per meglio capire tutto questo ho anche realizzato un lavoro di WebArt dove si può vedere e cogliere meglio il mio lavoro di Street Art di cui ti allego il link qui: http://www.pinoboresta.com/no_logo/no_logo.htm
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Gli consiglio di andare sul mio sito e blog di cui ti riporto qui i link: sito e 30 progetti… rubacchiare qualche idea, investire economicamente un bel po’ in promozione, in PR, trovarsi un bravo agente e dimenticare che esisto.
Se invece non ha possibilità economiche, allora è un’altra faccenda ed io sono la persona meno indicata per rispondere a questa domanda.
Intervista di Francesco Cogoni a Pino Boresta

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