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mercoledì 2 marzo 2016

Inaugurazione mostra Tobia Ravà Giovedì 3 marzo ore 18.00_ Museo della Padova Ebraica




Giovedì 3 marzo ore 18.00
Inaugurazione mostra
Tutti i numeri della Creazione
sublimazioni e bronzi di Tobia Ravà

Museo della Padova Ebraica
3 marzo-3 aprile 2016

Dopo una breve pausa di riallestimento, il Museo della Padova Ebraica riapre al pubblico con una mostra di Tobia Ravà.

L'occasione è un nuovo dono dell'artista al museo della città che lo ha visto nascere. Dopo l'affascinante vela dedicata a "RaMCHal", oggi il museo si arricchisce di un nuovo raso a sublimazione dedicato alla Specola.

L'idea di celebrare il volto rinnovato del museo ci ha suggerito di chiedere in prestito a Tobia Ravà alcune delle sue note sculture in bronzo dedicate alla Creazione, ecco gli animali e non solo, altri grandi lavori a sublimazione: architetture e foreste, superfici colorate e tessuti preziosi. 

I suoi numeri, le lettere ebraiche, le architetture enigmatiche affascineranno i visitatori del Museo per un mese, alla vigilia dell'imminente grande mostra monografica e antologica dell'artista presso Palazzo Ducale a Sabbioneta.

A cura di Simonetta Lazzaretto e Chiara Marangoni
Supervisione di Michela Zanon
Allestimento di Francesco Trevisan Gheller





 Informazioni
www.coopculture.it
padovaebraica@coopculture.it

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INAUGURAZIONE MOSTRA "OTTORINO MANCIOLI - Lo sguardo nelle opere di Ottorino Mancioli" - GALLERIA FIDIA - martedi' 8 MARZO 2016 ORE 1



ARCHIVIO OTTORINO MANCIOLI
GALLERIA FIDIA ARTE MODERNA

OTTORINO MANCIOLI
Il dialogo silente: lo sguardo nelle opere di Ottorino Mancioli
a cura di Costanza Savelloni

Dall’8 al 31 marzo 2016
Inaugurazione 8 marzo 2016 ore 18
Galleria Fidia Arte Moderna
Via Angelo Brunetti, 49 – Roma
                                 
Una donna formosa, descritta con poche linee curve che ne tratteggiano la fisionomia e il carattere, ci dà le spalle mentre esita di fronte allo specchio che le rimanda la sua stessa immagine. 

E’ indecisa, lo sguardo che rivolge a se stessa – e che grazie al gioco di specchi arriva fino a noi – è espresso icasticamente dal titolo dell’opera: Esame.
In questa estrema sintesi del segno e del messaggio si racchiude il segreto dell’immediatezza di Ottorino Mancioli, che senza bisogno di spiegarsi e spiegare le sue opere, lascia che esse parlino da sole. Sono metafore lasciate intendere allo spettatore che è libero di interpretarle nel modo a lui più gradito e congeniale, senza l’irruzione dell’artista nella dialettica tra opera e pubblico.
 
Mancioli con tratto grafico secco e dinamico sembra voler catturare d’impeto ciò che vede di fronte ai suoi occhi, prima che fugga via, che sia troppo tardi per immortalare la scena che un secondo dopo cambierebbe. Sono figure ossimoricamente “statico-dinamiche” quelle di Otto Man, che da ferme intrappolate su un foglio di carta rimandano il dinamismo e la forza del movimento che solo l’impronta futurista ha saputo trasmettere ai suoi successori.
Artista della seconda generazione futurista, Mancioli deve molto alla lezione dei suoi colleghi, che in alcuni casi parafrasa in altri respinge ma senza mai imitare in maniera pedissequa, sempre innovando e trasmettendo quello struggente senso di gioia di vivere che solo un curioso ed entusiasta disegnatore avrebbe potuto tramandarci. 

Quelle che descrive sono scene di vita quotidiana in presa diretta, dovremmo dire scene della “sua” vita quotidiana, movimentata e mai statica, come le sue figure. E’ su questa falsariga che è emerso lo spunto per la presente mostra, ovvero l’indagine di secondo livello del movimento, non fisico ma psicologico: lo sguardo. E’ infatti il gioco di sguardi, ad una seconda lettura più attenta delle opere, a contribuire alla messa in moto delle figure, a creare una sottile tensione tra di loro, a farle comunicare e a lasciar immaginare a noi delle situazioni, scene di vita vissuta. 

Ottorino è sempre lì, matita in mano pronto a catturare su qualsiasi supporto grafico quel rapido scambio di sguardi tra alcuni tronfi marinai al casino e delle rassegnate e disincantate prostitute, o ancora tra due ballerini di tango avviluppati in una torsione raffinata e sensuale al contempo; e poi tra una donna africana in abiti tradizionali e un ufficiale militare o anche a sorprendere dei bambini che di nascosto sbirciano sotto le gonne di alcune “signore” che sembrano non battere ciglio, ormai avvezze a ogni tipo di attenzione maschile. 

Capovolge i cliché a volte, allora è un gruppo di donne intente a rimirare un “corteggiato” il soggetto dell’opera o ancora un confronto tra miseria e nobiltà racchiuso nel tema della maternità. C’è un’umanità varia e sapientemente descritta in queste opere, che non si limita alla spensierata vita borghese dell’epoca ma spazia entro i meandri della società esaminandola in ogni sua sfaccettatura, sempre con un inarrestabile curiosità e comunicatività. 

Il contrasto tra la povertà dei supporti (matita, china, carboncino spesso su fogli di fortuna) e la raffinatezza della descrizione narrativa espressa nello slancio delle figure, nel tratteggio delle vesti alla moda e nell’uso accennato del colore, rende queste opere delle immagini parlanti, in una triade di sguardi che coinvolge l’artista, i personaggi ritratti e lo spettatore esterno: un dialogo silente.
 
Costanza Savelloni


Info:
Galleria Fidia
Via Angelo Brunetti, 49 – Roma
Tel & Fax 06 3612051
info@artefidia.com
www.ottorinomancioli.com


Apertura al pubblico:
dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 13.00 e 16.00 – 19.30
sabato pomeriggio e domenica chiuso

Vernissage di Michela Mariani presso Castelli Gourmet



CASTELLI GOURMET (http://castelligourmet.it)
Via Cerano 15 - Milano
mercoledì 02 marzo 2016
19.00- 21.00 APERITIVO CON LARTISTA(€ 10)
Per chi desidera fermarsi con noi dopo le 21.00
CENA CON LARTISTA (MENUDEGUSTAZIONE € 20)


Castelli Gourmet - Via Cerano, 15 - 20144 Milano



Lavora in una casa editrice di libri illustrati per l’infanzia e in una nota azienda di pubblicità cinematografica.

Ha illustrato un manuale di lingua italiana per stranieri, collabora con la fondazione Lucia De Conz per la realizzazione di corsi d’arte, disegna i bozzetti per la realizzazione di giardini e terrazzi per l’azienda “ SOS Piante”.

martedì 1 marzo 2016

Aleksandr Rodčenko in mostra a Lugano | 27 febbraio – 8 maggio 2016 | LAC Lugano Arte e Cultura |


Aleksandr Rodčenko
27 febbraio – 8 maggio 2016 

LAC Lugano Arte e Cultura

A cura di Olga Sviblova


Attraverso oltre trecento opere tra fotografie, fotomontaggi, collage, stampe offset e costruzioni spaziali, il Museo d'arte della Svizzera italiana documenta con la mostra Aleksandr Rodčenkoin programma dal 28 febbraio all'8 maggio 2016 nella sede del LAC a Lugano, la carriera di uno dei più noti esponenti dell'avanguardia russa e degli artisti più influenti del ventesimo secolo.

Le opere in mostra sono state selezionate da Olga Sviblova, fra le massime esperte di fotografia e d'arte delle avanguardie sovietiche, direttrice del Multimedia Art Museum di Mosca (già Moscow House of Photography) e curatrice del Padiglione Russo alla Biennale di Venezia del 2009.

Nell'esposizione di Lugano la nuova visione fotografica di Rodčenko trova espressione nelle serie dedicate alla città di Mosca del primo ventennio del Novecento, all'architettura, alle attività ginniche e parate sportive, ai prodotti dell'industria e al lavoro, ma anche dalle fotografie di stampo giornalistico che negli anni Trenta celebrano le imprese del regime stalinista.

Nelle immagini della capitale sovietica si manifesta il desiderio di sottolineare la modernità e vitalità della città all'indomani della Rivoluzione d'ottobre; le fotografie dedicate a ginnasti e alle parate raffigurano gli uomini e le donne che incarnano lo spirito dei nuovi tempi. Nei loro gesti atletici, nella sincronia dei movimenti si manifestano spirito dinamico e una nuova coesione sociale. 

I prodotti dell'industria sono rappresentati così da esaltarne l'uniformità e la serialità apparentemente infinita, espressione di una nuova epoca tecnologica e di nuove prospettive di benessere.

Negli scatti dedicati alla costruzione del canale tra il Mar Baltico e il Mar Bianco, benché realizzati con l'intento di celebrare una grande impresa ingegneristica (essi erano destinati infatti alla pubblicazione internazionale "URSS in costruzione"), traspare l'aspetto sinistro di un'impresa che si rivelerà tanto inutile quanto costosa in termini umani.

L'opera fotografica dell'artista non si esaurisce quindi in espedienti formali. Uno spirito romantico e utopico detta le sue scelte estetiche. 

L'artista manifesta la propria fiducia nella possibilità di una trasfigurazione positiva del genere umano e del mondo. 

Le serie fotografiche realizzate negli anni Venti possono essere lette come illustrazioni di una realtà e di una vita che i principi del costruttivismo avevano contribuito a rivoluzionare. 

Completano il percorso espositivo tre Costruzioni spaziali: sculture aeree ideate fra 1920 e 1921, fra le prime espressioni dell'estetica costruttivista. 

Si tratta di oggetti ottenuti attraverso l'applicazione di un principio compositivo essenziale; ogni scutura si compone di sagome geometriche, ovali, esagoni, quadrati, progressivamente più piccoli, ritagliate da uno stesso foglio di metallo o di compensato. 

Tali opere mettono in luce un ulteriore aspetto della creatività di Rodčenko e riflettono il desiderio di applicare anche all'arte l'essenzialità e la ripetitività dei principi alla base della produzione industriale.

La mostra è accompagnata da un catalogo (ed. Skira) comprendente circa 250 immagini, i testi della curatrice Olga Sviblova, di Varvara Rodčenko, figlia dell'artista, del nipote Alexander Lavrentiev, e da uno scritto dello stesso Rodčenko. 

L'esposizione è stata generosamente sostenuta da Credit Suisse, Partner principale del MASI Lugano 



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