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giovedì 11 dicembre 2014

Inaugura il 13 dicembre a Ferrara la mostra "Lampi sublimi a Ferrara. Tra Michelangelo e Tiziano: Bastianino e il cantiere di San Paolo"


Un anno di grande Arte a Ferrara


Da dicembre 2014 e per tutto il 2015, mostre d'autore nei luoghi simbolo della cultura estense. Da Bastianino a Boldini e de Pisis, fino a Picasso e Gaudì, con il consorzio Visit Ferrara.

Pittori ferraresi e grandi artisti che hanno fatto la storia dell'arte contemporanea si incontrano nella città estense – gioiello architettonico ed artistico del Rinascimento, non a caso Patrimonio dell'Umanità UNESCO – per dare vita a nuove importanti esposizioni, che a partire da dicembre 2014 renderanno più preziosi i palazzi storici e i luoghi d'arte simbolo di Ferrara. Mostre d'autore da vivere grazie alle proposte dei soci del consorzio Visit Ferrara, che conta quasi 80 operatori della Provincia con l'obiettivo di far conoscere tutte le opportunità turistiche del territorio.

Lampi sublimi nella Pinacoteca Nazionale.
Si comincia il 13 dicembre con l'inaugurazione di una mostra dedicata a Bastianino (Ferrara 1528/32 – 1602), che a fine Cinquecento dipinse nella chiesa carmelitana della Conversione di San Paolo, una delle più belle della città, in via di restauro grazie ad un finanziamento del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Sette le opere di Bastianino (Sebastiano Filippi) al centro dell'esposizione "Lampi sublimi a Ferrara. Tra Michelangelo e Tiziano: Bastianino e il cantiere di San Paolo" , dal 13 dicembre 2014 al 15 marzo 2015, negli spazi della Pinacoteca Nazionale (in corso Ercole I d'Este), ospitata nel piano nobile del Palazzo dei Diamanti. I "lampi" indicano gli effetti delle ombre, le nebbie che agitano la scena figurativa post rinascimentale, ma anche i movimenti rapidi di un pennello che conquista più libertà. Il percorso espositivo composto da 36 opere complessive, gode la presenza di quadri di Tiziano, Dosso e Battista Dossi, Camillo Filippi, Giorgio Ghisi e Ludovico Settevecchi. Si potrà ammirare anche un'incisione del Giudizio universale di Michelangelo. Apertura martedì e mercoledì dalle 9.00 alle 14.00, da giovedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00.

Boldini e de Pisis nel Castello Estense.
Il cuore del Castello Estense, che racconta secoli di vita della città, si trasforma nella galleria dei capolavori di due importanti pittori ferraresi a cavallo tra l'800 e il '900: Giovanni Boldini e Filippo de Pisis. La mostra "L'arte per l'arte. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis" apre il 31 gennaio 2015 e può essere visitata per tutto l'anno. Le opere sono selezionate dalle collezioni delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari (chiuse al pubblico per restauro) e intendono raccontare la parabola creativa dei due maestri. Il percorso espositivo si apre con dipinti e opere su carta di Boldini, una delle figure di spicco del rinnovamento della pittura italiana e internazionale, prima nella Firenze macchiaiola e poi nella Parigi degli impressionisti, dove diventerà un indiscusso protagonista della Belle Époque. L'arte di Filippo de Pisis sarà invece protagonista della seconda parte della mostra, allestita nei Camerini, solitamente non aperti alle visite.

La Rosa di Fuoco a Palazzo dei Diamanti.
Il principale centro espositivo di Ferrara, Palazzo dei Diamanti, dal 19 aprile al 19 luglio 2015 dedicherà una grande mostra a un momento cruciale della storia dell'arte moderna: il modernismo catalano. "La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí" evoca la straordinaria fioritura che, tra Otto e Novecento, ha cambiato il volto della città catalana e ne ha fatto uno dei più effervescenti centri della cultura europea. I capolavori di Antoni Gaudí e di Pablo Picasso rappresentano i vertici assoluti di questo periodo aureo, accanto alla produzione non meno significativa di un'ampia cerchia di architetti, pittori, scultori, musicisti, poeti, scrittori e drammaturghi, protagonisti di quel movimento di rinnovamento artistico e culturale che ha preso il nome di modernismo catalano.

Per non perdere i grandi eventi d'arte di Ferrara, il pacchetto "Mostre" del consorzio Visit Ferrara propone una notte con prima colazione in hotel in camera doppia, visita guidata della città, incluso il biglietto d'ingresso per l'esposizione scelta e lo sconto del 10% sul catalogo, a partire da 60 euro a persona a notte. Per informazioni e prenotazioni: mostre@visitferrara.info Altre offerte e proposte sul sito www.visitferrara.eu
  
Per informazioni: Consorzio Visit Ferrara
Via Borgo dei Leoni 11, Ferrara (FE)
Tel. 0532 783944, 340 7423984
E - mail: 
assistenza@visitferrara.eu
Sito web:
www.visitferrara.eu








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Redazione del CorrieredelWeb.it

mercoledì 10 dicembre 2014

Domenica 14 Ddicembre ore 18,30 mostra dell'artista Diego Mazzaferro



 
Presenta  
MUSI DI VOLTITÀ  
di
 Diego Mazzaferro

Vi è qualcosa nel muso che nel volto si è perso… Qualcosa, del tempo in cui il pensare e l'essere erano la stessa cosa, e il mito era reale crudezza di un sublime narrare di cose tremende. E pure … dal volto che scorgi per strada, di tanto in tanto, il muso emerge e sovrasta il nome, e fa della stirpe un'Unica Stirpe. Vi è un fratto … Una storia …  La storia  è quella dell'unico santo della cristianità ad avere una testa di cane … Un muso al posto del volto. Strana cosa per una religione che, agli albori, doveva battersi con un paganesimo che si manifestava nei musi cruenti ed espressivi che davano sembianze alle forze naturali. Ora, contrariamente a quanto appena detto sembra che la maggior preoccupazione di quei dotti chierici  fosse di rappresentare il Cristo senza ritrarlo per non dare adito all'idolatria dell'immagine, così si adottò la metafora del buon pastore. Poi a qualcuno venne in mente che il volto del giovane pastore era pur sempre un volto. Un volto che poteva rafforzare l'eresia di un paganesimo non del tutto sradicato nell'animo del popolo. Fu così che per prevenire un problema si sostituì il volto aggraziato del giovane pastore, con in spalle un agnello, con il muso del cane, che gli agnelli pascolava. Immaginate il povero pellegrino,  sia pure colto, di fronte a siffatta icona. Lo si può quasi vedere, cercare di spiegarsi il perché  un tale ringhioso muso sormonti il corpo di un santo. Ma avere fede significa sopra tutto credere nell'impossibile, quindi deve essere esistito veramente un santo con simili improbabili fattezze … Cosi si diffuse la convinzione dell'esistenza di un Santo Cinocefalo. Successivamente si tentò di mettere riparo ad un'anomalia così imbarazzante … Si può tollerare che figure retoriche divengano reali  e persino che alcuni membri  della "famiglia" un po' bizzarri e alternativi abbiano un dialogo con l'alterità naturale, ma da qui a farne parte … Non se ne parla. Così incomincia la lunga metamorfosi all'indietro da muso a volto.


Di questa metamorfosi a ritroso fu scritto tanto. Ma qui poco importa … A noi interessa la storia di una metafora, che per incarnasi assume i tratti di un muso che la pone nella memoria del mondo in carne ed ossa, resuscitando l'onnipotenza del pensiero arcaico. E, sia pure per un attimo, smembra l'evidenza del reale. Ogni buona storia lo fa, o dovrebbe farlo. Ogni storia-immagine contemporanea lo fa? Ci sono abbastanza musi?
Ora si possono dipingere solo musi… Musi non volti…
 I volti sono fuorvianti, si decide del loro umore in base allo sfondo su cui sono posti. Sul volto è preponderante l'unicità del tratto somatico che abolisce l'espressività della muscolatura del muso. Il volto-muso è l'unico organo che ha sacrificato la qualifica dei muscoli, dall'estensione verso l'espressione: nel resto del corpo i muscoli sono determinati e determinanti a un'estensione nello spazio che costituisce il movimento del corpo stesso.  Nel volto, è questa la sua unicità, i muscoli sono  determinanti l'espressione del sentire nella comunicazione verso l'altro.
Il muso riporta all'origine di uno smembramento necessario del reale da parte di un individuo  che ha bisogno di oggetti finiti tratti fuori, e sviscerati dal "Tutto".
Bisogna distaccare gli oggetti dal blocco della realtà, per comprenderli, utilizzarli e modificare la realtà stessa.
La bipolarità del volto-muso esalta l'ovvietà dell'aspetto metonimico delle rappresentazioni-azioni. Non è solo la parte che rappresenta il tutto, ma la parte come continuazione e completamento nel tutto al di qua e al di là della visione.
Si può guardare una finestra che limita lo scorcio di un esterno o affacciarsi ad essa e vedere all'esterno l'intero paesaggio, ma sempre e comunque tale esterno esiste.
Il primo piano di un muso apre il panorama al di qua e al di là di se stesso, della sua rappresentazione.
                                                                                                                                                                                  
14 dicembre2014                                                                                 Diego Mazzaferro


CONTEMPORANEAMENTE ARTE
Via Lido 26 - Civitanova Marche (MC) tel: 0733 777281

martedì 9 dicembre 2014

L'opera di PAOLO MINOLI alla Pinacoteca civica di Como


MINOLI  Un itinerario tra arte e scienza

Como, Pinacoteca Civica, via Diaz 84
tel. 031 269869

14 dicembre 2014 – 1 marzo 2015
inaugurazione: sabato 13 dicembre, ore 16

Orario:  Martedì-Sabato: 9.30-12.30/14.00-17.00 - Domenica: 10.00-13.00 - Mercoledì 9.30/17.00 (fino al 24 dicembre e dal 7 gennaio)
Chiuso lunedì, 25 e 26 dicembre, 1 gennaio

Si inaugura sabato 13 dicembre alle ore 16 presso la Pinacoteca civica di Como una mostra dedicata a Paolo Minoli, una delle figure più significative dell'arte comasca della seconda metà del '900.

L'esposizione che l'Assessorato alla Cultura del Comune di Como in collaborazione con la fondazione Casaperlarte di Cantù dedica all'artista a dieci anni dalla morte (2004) vuole riproporre in una sintesi agile, ma esaustiva il complesso itinerario di una ricerca lucida e coerente, caratterizzata, nel corso di tre decenni da una profonda riflessione teorica e da una altrettanto sofisticata traduzione delle "idee" in una felice oggettivazione pratica: le une e l'altra toccando motivi nevralgici della ricerca figurale di fine novecento.

Se le prove più personali del giovane artista, fra anni sessanta e settanta, indagavano problemi soprattutto spaziali, con elementi tridimensionali proposti in rapporti serrati su curve dinamiche in un'atmosfera nitida sottolineando le strutture visive, più innanzi tale ricerca si arricchisce anche nella dimensione ambientale e urbanistica sofisticando l'indagine in rapporti problematici fra interno ed esterno; più oltre saranno le potenzialità del colore a stimolare l'attenzione dell'artista, instaurando una dialettica stringente fra superficie ed ambiente, tra cromia e struttura e dunque stabilendo anche un dialogo stimolante fra pittura e scultura.

Oramai Minoli è avviato ad una laboriosa sperimentazione, fortemente innovativa sostenuta dalla padronanza di una speculazione filosofico-scientifica sul piano teorico, vera osmosi fra arte e scienza, che interpreta i processi visivi in prospettive inedite.
Nello stesso contesto si va approfondendo il rapporto interiore con l'idea di tempo che si fa percepibile nella definizione spaziale sul piano dell'opera nel momento stesso della sua formulazione.

D'ora in avanti il rapporto spazio-tempo alimenta continuamente le complesse variazioni sperimentate nell'incessante "laboratorio" di Minoli, approfondendo l'analisi fenomenologica del colore, in tutte le accezioni scientifiche e poetiche, passando dunque dall'analisi concettuale dell'opera  all'incanto dell'abbandono poetico, della partecipazione emotiva, ma anche non disdegnando di tentare il mistero dell'ignoto e il confronto con gli eventi della vita, come noterà ben presto la critica più avveduta.

Gli sviluppi della poetica di Minoli dagli anni novanta alla morte prematura (2004) si fa via via più complessa e articolata con dialoghi suggestivi e stimolanti con altri tramiti espressivi quali quelli con la musica e in forme non meno affascinanti con la poesia.
Allora Minoli affronta anche il linguaggio della scultura con una determinazione sempre tesa, quasi aggressiva, che sembra voler sfidare più che la materia, la negatività e il vuoto, come prima la leggerezza del colore si era inventata la consistenza di strutture impensabili secondo logica, attraverso cesure squisitamente liriche.

La mostra, curata da Carlo Pirovano e accompagnata da un catalogo che riproduce tutte le opere esposte e presenta testimonianze di Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Giuseppe Furlanis e Riccardo Zelatore, resterà aperta fino all'1 marzo.


Nota biografica
Paolo Minoli nasce nel 1942 a Cantù (Como). Frequenta, in giovanissima età, la casa del pittore Enrico Sottili e, da studente, lo studio dello scultore Gaetano Negri. Si diploma "Maestro d'arte" nel 1961 all'Istituto Statale d'Arte di Cantù, dove insegna dal 1964 al 1978. Partecipa nel 1968 alla rassegna nazionale per giovani pittori del premio "San Fedele" di Milano. Nel 1969 è presente alla mostra "Campo urbano. Interventi estetici nella dimensione urbana", organizzata a Como, con un intervento collettivo sul tema "Colore segnale". Dal 1977 al 1978 fa parte del gruppo di ricerca "L'interrogazione sistematica" con Nato Frascà e Antonio Scaccabarozzi.

Dal 1979, all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano è docente del corso speciale di "Cromatologia" e collabora, in qualità di consulente, con aziende per l'applicazione di soluzioni cromatiche nella produzione industriale. È stato direttore artistico della collana d'arte pubblicata dalle edizioni "RS" di Como (1975-1986) e, dal 1986 al 1989, del laboratorio serigrafico "On Color" di Cantù, in collaborazione con diversi artisti, fra i quali Mario Radice, Carla Badiali, Aldo Galli, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Max Huber, Piero Dorazio e Mario Nigro.

Nel 1980 pubblica per l'editore Corraini di Mantova due libri d'artista, in venti esemplari, composti ciascuno da 13 tavole stampate in serigrafia personalmente presso il centro "RS" di Como: le sequenze serigrafiche, Cadenza e Relazione, sono accompagnate da poesie di Alberto Veca. Nel medesimo anno è pubblicato, per le edizioni "Lorenzelli" di Bergamo, Interazione 1970-1980, con testi di Luciano Caramel e Alberto Veca: il volume è composto da 29 tavole serigrafiche e 4 fustellate intercalate da una poesia di Alberto Veca, "Cinque tesi sulla ragione difficile".

Nel 1982 è invitato alla "XL Biennale Internazionale d'arte" di Venezia, settore "Arti visive". Nel 1986 è presente alla "XLII Biennale internazionale d'arte" di Venezia con l'opera Sequenza A/D del 1977 per il settore "Colore", nell'ambito della rassegna Arte e Scienza.

Nel 1990 è pubblicata in Germania dalle edizioni "Aras" di Saulgau, la monografia Paolo Minoli (opere dal 1966 al 1989), con testi di Matthias Bärmann e Luciano Caramel. Realizza per la "Plaz" a Saulgau, nel 1992, una scultura d'acciaio di 8 metri d'altezza intitolata Nelle ali del vento; nel 1994 è collocata presso il parco del Museum Bertholdsburg a Schieusingen la scultura in acciaio di 7 metri di altezza Nelle ali del canto. Nel 1997, a cura di Carlo Pirovano, è pubblicato per le edizioni Electa di Milano il catalogo Paolo Minoli, dipinti e sculture (opere dal 1994 al 1997).

Nel 1997 è collocata, sul lato nord della rocca dei Musei civici di Riva del Garda, la scultura Ballerina in acciaio di 9 metri di altezza e 5x2 di base.  Nel 1998 è presente alla mostra Arte Italiana. Ultimi quarant'anni. Pittura aniconica alla Galleria d'arte moderna di Bologna. Nel 1999 è invitato alla "XIII Quadriennale d'arte" di Roma Proiezioni 2000. Lo spazio delle arti visive nella civiltà multimediale e nello stesso anno è installata, permanentemente, nel "Parco della scultura" di Viadana la scultura Storie di Scena del 1995, un dittico d'acciaio corten di 4 metri d'altezza per 5 di larghezza e 2 di base. A cura di Elena Pontiggia, nell'ottobre del 2000, è pubblicato per le edizioni "Rex" il catalogo Paolo Minoli. Il lento dardo della bellezza.

Nell'ambito di un intervento di riqualificazione urbanistica per la Piazza Volta a Como, nel 2001, è collocata, nel centro della fontana progettata dall'architetto Mario Di Salvo, una scultura, Stele, in acciaio di 4,40 metri d'altezza. A cura di Alberto Veca, nell'ottobre del 2004, in occasione della mostra alla galleria Lagorio Arte Contemporanea di Brescia, è pubblicata dall'editore Mazzotta la monografia Paolo Minoli. Opere 1974-2003.
Per iniziativa di Paolo Minoli, scomparso il 20 dicembre 2004, è stata costituita Casaperlarte – fondazione paolo minoli con sede a Cantù, finalizzata alla promozione dell'arte contemporanea nelle sue diverse espressioni.

Il 23 dicembre 2004, pochi giorni dopo la sua scomparsa, fu inaugurata a Cantù Asteria… tra le pieghe del vento e la porta delle stelle, una scultura monumentale in acciaio corten alta 530 cm, collocata all'ingresso della città sul Rondò Bersagliere.

sabato 6 dicembre 2014

SABATO 13 DICEMBRE 2014 INAUGURA A SAVONA LA MOSTRA D’ARTE “L’AFRICA, SOGNO E REALTÀ”. IN ESPOSIZIONE I DIPINDI DI GIANNI CARREA E LE OPERE FOTOGRAFICHE DI CARMELO CALABRIA

Sabato 13 dicembre 2014, alle ore 17, presso la Fortezza del Priamàr di Savona, Palazzo della Sibilla, in corso Mazzini 1, inaugura la mostra d'arte "L'Africa, sogno e realtà". In rassegna individualmente in otto suggestive cellette, con voluta alternanza tra visione onirica ed esistenza, le opere pittoriche di Gianni Carrea e quelle fotografiche di Carmelo Calabria

L'esposizione, che si muove sotto l'egida della Città di Savona, è organizzata dall'Associazione d'Arte Culturale il punto di Genova che nella presidentessa Clotilde Cignolini ha trovato valido sostegno.
Note d'apprezzamento per l'alto valore artistico rappresentato dalla manifestazione sono giunte da Federico Berruti, sindaco di Savona e dal relativo assessore alla Cultura Elisa Di Padova che presenzierà al vernissage.

Degna d'evidenza l'autorevole opinione espressa dal professore e critico d'arte internazionale Gianfranco Bruno che così recensisce i dipinti del pittore genovese: «Carrea, dalla fine degli anni settanta, quando per la prima volta ho conosciuto la sua pittura, ha fatto molta strada, sostanzialmente rimanendo però fedele al suo tema di fondo, l'Africa appunto. 

È questa fedeltà, insieme alla sua straordinaria capacità di lavoro, la qualità primaria dell'artista, e dell'uomo. Fedeltà alla pittura, ai suoi temi, alle sue tecniche, variate per ottenere di volta in volta la massima consanguineità con ciò che il pittore rappresenta. Fedeltà agli affetti e all'amicizia, che coltiva come beni preziosi. Fedeltà alla cultura, che venera come un pregio inestimabile dell'uomo. Questo per dire che anche il fatto che il rilevante profilo etico del nostro artista contribuisce a spiegare la tensione con la quale egli da anni persegue il medesimo tema».

«Le fotografie di Calabria – afferma dal canto suo Stefano Bigazzi, critico d'arte, scrittore e giornalista -  "sembrano" dipinti, nei quali i soggetti, particolarmente gli animali, compaiono in una solitudine avulsa dal territorio, dalla savana, dalla natura, in una fierezza nuova, in una "personalizzazione" favolistica che evoca richiami classici. Non uno zoo, insomma, bensì un mondo animale cui Calabria ha sottratto il movimento ponendolo in una fissità che non dovrebbe essere propria della fotografia. 

Dunque questo Eden su carta è come una pittura vibrante in cui è assente qualsivoglia intento didascalico, mentre è evidente il progetto puramente estetico». L'introduzione in sede d'inaugurazione sarà a cura dello stesso Bigazzi.

L'esposizione, che si presenta così diversa nei capolavori eppur così affine nel significato, si esplicita nel pensiero di Calabria: «Ciò che più desidero, che desideriamo io e Gianni Carrea esponendo le nostre opere in questa mostra, è avvicinare queste bellissime creature e i loro ambienti naturali alle persone che le guardano, e di trasmettere l'emozione, l'eccitazione, il piacere, la felicità, la gioia che si provano incontrandoli nella savana. Dobbiamo guardare negli occhi questi animali, essere sensibili a quegli sguardi intensi che vogliono richiamare la nostra attenzione, e allo stesso tempo comunicarci un messaggio chiaro, forse d'allarme, dicendo: "guardami, ci sono anch'io, rispettami e proteggimi, perché domani potrei scomparire, per sempre". A questo punto, alcune domande sorgono spontanee: le prossime generazioni avranno ancora la possibilità di vedere gli animali e i loro habitat come riusciamo a vederli oggi? O si dovranno accontentare delle loro immagini in quadri e fotografie o nei musei naturali? Se così dovesse essere, e tutti dobbiamo sensibilizzarci e impegnarci affinché non accada, potranno solo immaginare un mondo scomparso che non esisterà più e quindi rassegnarsi a rincorrere un sogno. Alla fine, se distruggiamo la realtà, rimarrà solo il sogno».

La mostra sarà aperta al pubblico sino a domenica 28 dicembre 2014, tutti i giorni, con orario continuato dalle 10,30 alle 18. Ingresso libero.
Per ulteriori informazioni contattare il Servizio Cultura e Turismo Comune di Savona, telefoni 019.83.10.50.05-019.83.10.50.23, e-mail cultura@comune.savona.it.

Approfondimenti
Gianni Carrea. Note biografiche. Nato il 21 febbraio 1942 a Serravalle Scrivia (AL). Laureato in Lettere e filosofia, vive e lavora a Genova. Dal 1992 al 2006, le sue priorità sono passate dalla pittura allo studio e alla ricerca del comportamento animale e tribale. Ciò ha comportato viaggi in Africa, durante i quali ha prodotto video-documentari e fotografie sia analogiche che digitali. In questo periodo la sua produzione artistica, riguardante la pittura, si è ridotta, non nella qualità, ma nella quantità, ha privilegiato la produzione di serigrafie e litografie. I suoi lavori sono esposti permanentemente nel suo show-room in Via E. Salgari 71 B - Genova Pegli. Le sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche in Italia e all'estero. Alcune opere sono presenti nel Museo Civico di Storia Naturale "Giacomo Doria" a Genova. In 35 anni, consecutivi, si è recato 95 volte in Africa effettuando safari fotografici e studi comportamentali. Tra molti altri si sono occupati del suo lavoro: H. D. Agazzi, F. Ballero, G. Beringheli, P. Bertogli, S. Bigazzi, M. Bocci, G. Bruno, L. Castellini, L. Caprile, D. Crippa, E. Crispolti, V. Conti, F. Derme, F. Farina, G. Fieschi, F. Galardi, H. Huber, L. Inga-Pin, G. Mascherpa, P. Minetti, S. Paglieri, T. Paloscia, A. M. Pero, B. Poggio, R. Rotta, E. Schenone, N. Verga, M. Vescovo, C. Viazzi, F. Vincitorio. Segnalato per il premio Bolaffi nel 1977 (Germano Beringheli), 1978 (Tommaso Paloscia), 1979 (Gianfranco Bruno), 1983 (Gianfranco Bruno). Dal 1968 ha al suo attivo 51 mostre personali e 49 collettive in Italia e all'estero. Sito www.giannicarrea.it, e-mail gianpitt@libero.it.

Carmelo Calabria. Note biografiche. Ingegnere, vive e lavora a Genova. Da quasi trent'anni si dedica alla fotografia, con particolare interesse per il reportage di viaggio, per la fotografia naturalistica e sportiva. Abbinando la passione per la musica jazz alla fotografia, da qualche anno ha iniziato a collaborare con l'Associazione Jazz Lighthouse di Genova per la quale fotografa i concerti; sue immagini sono state pubblicate nel libro "A ritmo di Jazz", nella rivista "Musica Jazz", sulle riviste on-line "Jazzitalia.net" e "giornaledellamusica. it" e utilizzate per copertine di CD. Ha partecipato a mostre di fotografia collettive e personali, tra le quali si ricordano le collettive: "I Volti della Poesia" a Palazzo Ducale di Genova, Sala 46R, in occasione del ventesimo anniversario del Festival Internazionale di Poesia (2014), "PrismArt" al Priamàr di Savona (2013), "Priam'Art" al Priamàr di Savona (2012), "InfinitArt" al Centro Civico Buranello di Genova (2012), "Immagin'Azione" al Museo S. Agostino di Genova (2011), "A ritmo di Jazz" nel Porticato di Palazzo Ducale di Genova, (2010), "OrdinarioStraordinario, la quotidianità in uno scatto" allo Shenker Culture Club di Roma (2008) e le personali: "Fedeli in Cristo" all'Oratorio di N.S. Assunta di Genova-Prà, (2013), "Nella terra dei Maasai" presso la Libreria Books in the Casba di Genova (2009). È  membro dell'Associazione fotografica 36° Fotogramma di Genova. Sito www.carmelocalabria.it, email info@carmelocalabria.it.

Mostra di Ezechiele Leandro al MUST di Lecce dal 12 dicembre


MUST, Lecce

Ezechiele Leandro. I denti del leone
a cura di Toti Carpentieri
12 dicembre 2014 – 22 febbraio 2015


Inaugurazione: 12 dicembre alle 18.30, alla presenza di
Luigi Coclite, Assessore al turismo, spettacoli e marketing territoriale
Andrea Romano, Sindaco di San Cesario di Lecce
Daniela Litti, Assessore alla cutura, Comune di San Cesario di Lecce
Nicola Elia, direttore del MUST
Toti Carpentieri, curatore


Sarà inaugurata il 12 dicembre alle 18.30 presso il MUST, museo storico della città di Lecce, la mostra-omaggio a Ezechiele Leandro, con 18 dipinti, 3 sculture e 12 fogli manoscritti, tutte opere provenienti da una collezione privata. In tale occasione sarà presentato il catalogo della mostra, con testi di Toti Carpentieri e Renzo Margonari e una biografia a firma di Antonio Benegiano e Ambra Biscuso.


Ezechiele Leandro. I denti del leone, questo il titolo della nuova mostra del MUST, il Museo Storico della Città di Lecce, che vede insieme il Comune del capoluogo salentino e il Comune di San Cesario di Lecce, e che ci accompagnerà nel passaggio dal 2014 al 2015, in continuità con quanto proposto sino ad ora nell'ambito di "MUSTINART. Generazioni a confronto", il format che identifica l'attività espositiva dell'Istituzione museale leccese sin dalle tre mostre iniziali, quelle che costituivano la proposta di "Lavori in corso. Corpo 1". E sempre con il chiaro proposito di "valorizzare l'identità culturale del Salento (i territori di Lecce, Brindisi e Taranto), sviluppando da un lato la conoscenza e la fruizione dei beni monumentali cittadini nella rete del SAC – Sistema Ambientale Culturale di cui il MUST Museo Storico Cittadino è il


fulcro centrale, dall'altra, offrendo, attraverso un'attenzione all'arte contemporanea, un riconoscimento alle 'eccellenze' indigene valorizzando i talenti e stimolando il sorgerne di nuovi tra i giovani", come abbiamo avuto più volte occasione di rammentare e di ribadire.
Ma questa mostra, a quasi centodieci anni dalla nascita dell'artista salentino, vuole innanzi tutto confermare il suo essere, ben oltre ogni altra e possibile definizione, un "primitivo"; come ben evidenziano la semplificazione formale delle sue opere e l'assenza in esse dei soggetti narrativi, in una sorta di espansione del concetto d'arte e nel proposito manifesto ed esercitato di riconquistare la libertà primigenia. Ma, ancor più, vuole confermare il suo status di artista totale, con quel suo muoversi dalla ricca e particolare produzione pittorica alla scultura anche ambientale (l'assoluta unicità del "Santuario della Pazienza", finalmente vincolato dal Ministero dei Beni Culturali") alla letterarietà dei tanti suoi scritti (i denti del titolo della mostra sono, appunto, questi tre aspetti espressivi), tra significati pedagogici, etici e simbolici, oltre estetici.

"Ed eccoci, ora, alla ri/affermazione di quel suo voler essere primitivo e originale, concetti questi, più volte precisati e difesi, che lo rappresentavano e che lo rappresentano. Ieri, ma ancor più oggi, nel momento in cui sarebbe opportuno, in linea con il suo pensiero, porsi dinanzi alla realtà avvalendosi di una sorta di necessario e doveroso filtro morale, guardando al bene e al male, e al conflitto tra i due termini e le due contemporanee modalità del vivere. Evidenziando il senso dell'inquietudine e della sofferenza umana, nell'evidente elogio del brutto, della reificazione dello scarto e dell'esaltazione dell'oggetto (ben oltre dada e Schwitters e in una precisa anticipazione della trash art), scoprendo con grande forza espressiva i mostri dei suoi sogni. Bestiari moderni di un visionario che non è contro, ma fuori da ogni regola. Libertario e moralista, quindi ma ancor prima uomo senza maestri, profeta, primitivo e rupestre". (Dal catalogo della mostra).
"La mostra – secondo Toti Carpentieri – è finalizzata a far comprendere come Leandro non sia un naif ma un primitivo, e come alla base del suo lavoro ci sia inequivocabilmente un progetto".


Luogo: Museo storico della città – MUST, via degli Ammirati, 73100 Lecce
Info: +39. 0832.24.10.67

Tutti i giorni (lunedì escluso)
mattina: 10,00 - 13.00; pomeriggio: 15.00-19.00

Sito internet: www.mustlecce.it

venerdì 5 dicembre 2014

Art & Ars Gallery. Presentazione della "Machina gialla" di IO TE E PUCCIA

                         
ARTE CONTEMPORANEA E MUSICA POPOLARE PER LA PRESENTAZIONE DELLA 
"MACHINA GIALLA" di IO TE E PUCCIA

Un album che contiene famosi brani di musica popolare infarciti di Ska e Rock, con ritmi forsennati e carichi di energia che inducono il pubblico, soprattutto nei live, a ballare euforicamente o persino a "pogare", come nella migliore tradizione Punk. Un'installazione incentrata sui doppi sensi e l'ironia. Domenica 7 dicembre alle 19 c/o Art & Ars Gallery in via R. Orsini a Galatina (Le) viene presentato il disco "Machina Gialla" di IO TE E PUCCIA e l'omonima installazione di Fabrizo Fontana.

A prima vista azzardato il binomio Fabrizio Fontana e Marco Perrone (in arte Puccia), così come azzardata può sembrare l'unione tra arte contemporanea e musica popolare ma è proprio la contaminazione tra varie discipline che ART and ARS Gallery propone spesso nella sua programmazione.
Ripercorrendo le tracce del più noto cantante folk del Salento, Bruno Petrachi (Lecce 1942 - 1997), la band salentina propone in questo disco sei brani popolari ed un inedito che ha già suscitato molte polemiche con un video amatoriale, tanto da essere rimosso da Youtube.

Una musica senza fronzoli, genuina, schietta, (mannaggia la marea, la marea de lu mare, comu te giri giri sempre arrethu l'hai piare. Aria Caddrhipulina) romantica. ma quasi sempre a doppio senso, (Lu Pascalinu tou te la sta face e tie te la sienti 'ntra lu liettu. Lu Pascalinu tou, versi di Vincenzo Pizzi, musica di Paolo Grimaldi), ironica con un malcelato maschilismo, e soprattutto coinvolgente. Canzoni che ricordano le vecchie e fumose "putìe" (osterie) presenti in ogni paese salentino, dove ogni stornello era accompagnato da un mezzo quinto di vino e le canzoni venivano storpiate fino al punto di diventare altro. Ognuno era libero di trasformarle a proprio piacimento, creando così nuovi ritornelli e nuovi doppi sensi, tramandati fino ai nostri giorni, intrisi di goliardiche oscenità direttamente proporzionali al tasso alcolemico del momento.

Fabrizio Fontana oltre a realizzare il progetto grafico del disco, ha anche realizzato per l'occasione 9 opere di varie dimensioni che compongono il nome del gruppo. Fontana inoltre è un cultore ed un appassionato di musica Rock ("la copertina è una chiara citazione di Never Mind The Bollock dei Sex Pistols, un'operazione analoga a quella fatta dai Clash in London Calling, dove il grafico, nell'occasione, citava la famosa copertina di un disco di Elvis) e alcune suo opere sono utilizzate in importanti videoclip di artisti come ABAN e Caparezza.


IO TE e PUCCIA sono
Marco Perrone/Puccia (Après la Classe) / voce, fisarmonica,
Manu Pagliara (Bunda move) / chitarra,
Mike Minerva (Bunda Move) / basso
Gabriele Blandini (Bunda Move) / tromba,
Gianmarco Serra (Après la Classe) / batteria
Edo Zimba / tamburello

giovedì 4 dicembre 2014

ET VERBUM CARO FACTUM EST. Mostra di Presepi e Immagini sacre dal 6 dicembre al 6 gennaio

ET VERBUM CARO FACTUM EST
Il Natale nelle immagini devozionali e nei Presepi


Dal 6 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015, l’A.I.C.I.S. - Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre, in collaborazione con la Comunità del Convento di Santa Maria sopra Minerva e con l’Associazione Presepi d’Italia di Massa Martana (PG), propone la la mostra Et Verbum caro factum est. Il Natale nelle immagini devozionali e nei Presepi.

L'evento desidera mettere in risalto la celebrazione del Santo Natale di Gesù, Dio che entra nel mondo per rimanervi fino alla fine dei tempi.
Due mostre in un unico evento. L'A.I.C.I.S presenterà alcune centinaia di santini a stampa e manufatti, dal 1500 al 1900; l'Associazione Presepi d'Italia di Massa Martana (www.presepiditalia.it) presenterà alcuni dei presepi che, nel periodo natalizio, vengono esposti nel borgo, in provincia di Perugia, all'interno della mostra diventata tra le più grandi in Italia. Con le immagini sacre, oltre venti espositori collezionisti AICIS di tutta Italia, e con i presepi di Massa Martana, tra i più bei presepi d'Italia, si ripercorrono i momenti più salienti della nascita del Divin Salvatore attraverso l’annuncio ai Pastori, l’adorazione degli Angeli, l’adorazione dei pastori, l’adorazione dei Magi.

Il 6 dicembre 2014, alle ore 17.00, si terrà la cerimonia di inaugurazione della Mostra “Et Verbum caro factum est”. Sono previsti, oltre le parole di benvenuto da parte del Presidente AICIS Giancarlo Gualtieri, alcuni brevi interventi del Dr.Ennio Passero, Presidente dell’Associazione “Presepi d’Italia” di Massa Martana (PG), la Prof.ssa Laura Borello di Torino, la studiosa e cultrice di antiche immagini devote Paola Galanzi di Sassari e, infine, la Dr.ssa Giuseppina Licordari Gualtieri di Roma.

ET VERBUM CARO FACTUM EST
Il Natale nelle immagini devozionali e nei Presepi
dal 6 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015
Convento di Santa Maria sopra Minerva,
con ingresso da Piazza della Minerva 42
ore 9.30 -12.30 e 16.00 – 19.00, festivi compresi
e con sola apertura pomeridiana a Natale e Capodanno.

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