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lunedì 8 ottobre 2012

Museo del Novecento | 5x10 con MARCO BELPOLITI | Giovedì 18 ottobre, ore 19.00 - Sala Fontana






5x10 – Cinque parole per raccontare un decennio, il 1970

 

Continua, un giovedì al mese in Sala Fontana, il ciclo 5x10 – Le parole del Novecento, organizzato in collaborazione con la rivista online Doppiozero.com e ideato e prodotto da Storyville.

 

Cinque parole per raccontare dieci anni è un gioco che facciamo con studiosi ed esperti che raccontano le parole che, secondo ognuno di loro, hanno caratterizzato i decenni del Novecento. Ogni studioso racconta un decennio del secolo, una volta al mese, per dieci volte.

I video di tutti gli incontri sono disponibili sul sito www.doppiozero.com, al pubblico il divertimento di interpretare le parole scelte, di trovarne di nuove, di confutarle: spazio libero ai commenti.

 

Giovedì 18 ottobre, ore 19.00 - Sala Fontana, Museo del Novecento

 

Marco Belpoliti parlerà di:

 

UTOPIA | POTERE | LUCCIOLE | SACRIFICIO | TRAGEDIA

 

Marco Belpoliti è scrittore e saggista e insegna all'Università di Bergamo. Tra i suoi ultimi libri: Il corpo del Capo (Guanda 2009), Senza vergogna (Guanda 2009), Pasolini in salsa piccante (Guanda 2010), La canottiera di Bossi (Guanda 2012); dirige con Elio Grazioli la rivista Riga, con Stefano Chiodi il progetto editoriale non-profit doppiozero.com




domenica 7 ottobre 2012

evento performativo e mostra di fotografia

La Galleria Frammenti D’Arte presenta, nell’ambito della mostra “Works” del fotografo Massimo Capellani,  la proiezione di due performance di arte contemporanea

"Fogli 2.0" e "In-tensioni reciproche".

Sabato 13 ottobre dalle ore 18 alle 20:30 in Via Paola 23,Roma

 

 

massimo cappellani

WORKS _ 2010-2012

di silvia sfrecola romani

 

“Arte nata da un raggio e da un veleno”

Arrigo Boito

 

Sebbene frutto dell’immenso sforzo tecnologico ottocentesco, la vera natura della fotografia è sempre rimasta ambigua ed ineffabile, prodigiosamente sospesa tra arte e magia, scienza ed alchimia. Il fotografo, checché se ne dica, non ha mai perso l’aurea di “magicien”, di stregone, di veggente capace di individuare l’attimo prima che accada.

“Una fotografia” – per dirla con Diane Arbus– “è un segreto intorno a un segreto”: questo è il terreno, l’area di caccia su cui si muove felinamente Massimo Cappellani. Come il custode indifferente di un Luna Park di periferia, Massimo ti invita a entrare in una delle sue personalissime stanze degli specchi.

Ma, una volta dentro, dovrai cavartela da solo, accettando di collocarti là dove lui decide e diventare una di quelle due persone indispensabili per una fotografia. Confrontarsi con l’ambiguità della visione, l’apparenza delle cose e l’ambivalenza delle proprie certezze: è lì che Massimo ti conduce, verso luoghi misteriosamente evidenti, dove la realtà si rifrange sulle pagine dei quotidiani (Fogli, 2011) e si infrange su centinaia di sottili elastici in trazione (In-tensioni reciproche, 2012). L’esistenza non è che luce che passa attraverso prismi sensibili, subendo deviazioni, spezzando le traiettorie originarie, costruendo angoli di incidenza inaspettati e scoprendo prospettive insolite, in un interminabile gioco di rimandi e resistenze, di andare e venire, di prima e dopo, di al di là ed al di qua.


“Possiamo sì rappresentare uno stato di cose che vada contro le leggi della fisica, ma non uno che vada contro le leggi della geometria” Ludwig Wittgenstein


Dal 2010 Massimo va alla ricerca di quegli scarti – nel senso di variazioni - che ombre, persone, fatti, condizioni operano sullo e nello spazio, compromettendone l’identità, l’ordine dei rapporti, la struttura organica. Lavoro precario (2011) è un reticolo geometrico indifferenziato, una scacchiera rettangolare su cui allenare le proprie capacità combinatorie ma anche – il titolo è illuminante – un sistema di vivere-lavorare-esistere secondo modalità di organizzazione contemporanee in contesti sociali e logistici che conducono, inevitabilmente, ad alterazioni psico-motorie degli individui: in tal senso, la precarietà sembra più legata ad uno stato esistenziale che non ad una condizione lavorativa. Modificare lo spazio di partenza non è mai stato così facile se bastano un paio di piedi sospesi in primissimo piano (Geometrie variabili 03, 2010) per avviare lo scarto, individuando uno spazio altro, parallelo, alternativo, una estensione rispetto al luogo in cui si svolge l’azione o, piuttosto, una delle azioni. Nella serie Human Rights, inquadrature ardite, prospettive dall’alto (DAI-Diritto all’ideologia, 2012) ed isolamento delle figure (Nuovo Angelus Novusix, 2010) inseguono l’obiettivo di “muovere il pensiero”. Si genera così un punto di vista inconsueto, alternativo ma possibile, che conduce a ri-misurare la scena, a ri-leggerla e soprattutto a ri-pensarla in termini non solo spaziali ma anche interpretativi, formali, simbolici e, su tutto, visivi.
"La televisione ha portato l'omicidio nelle case, il posto con cui l'omicidio ha più attinenza" Alfred Hitchcock
In Seven (2010-12) la collaborazione con Caterina Di Rienzo, splendida interprete e coautrice del progetto, sfocia in una serie di scatti che sarebbero probabilmente piaciuti ad Alfred Hitchcock: le linee affilate che sezionano lo spazio scandendolo in orizzontali e verticali, i bianchi e i neri assoluti, le ombre nette e la luce attentamente dosata per rendere la materia
ora gelida ora incandescente, sempre e comunque misteriosa ma palpabile e reale. Su tutto, la costruzione della scena, a metà tra sogno e miraggio, incubo e visione: spostamento, condensazione, ambivalenza ed identificazione, meccanismi freudiani di censura onirica – ed innegabilmente capisaldi del lavoro del regista di Psyco – qui però non sfociano in angoscia ma piuttosto in riflessione, penosa e tagliente ad un tempo, in cui il simbolo gioca con l’ironia e la drammaticità con la lucidità della logica. L’oggetto ”televisione”, che ha preso il posto non solo del focolare domestico intorno al quale si riuniva la famiglia, ma di amico, confidente, compagno, fedele ed infido consigliere, ammaliante e seducente serpe in seno, insostituibile prolungamento protesico fisico-emotivo, diventa perfetto interprete ed esegeta contemporaneo dei vitia: l’ira, l’invidia, l’accidia, la superbia, l’avarizia, la gola, la lussuria sono gli splendidi “abiti del male” che Caterina indossa o piuttosto che indossano Caterina, attorcigliandosi su ogni possibilità di difesa, soffocando ogni qualsivoglia capacità di reazione, in un gioco solipsistico di auto-celebrazione, tristemente ed inevitabilmente autoreferenziale.


“Meraviglie senza fine saltano fuori da semplici regole, se queste sono ripetute all’infinito” Benoit Mandelbrotxii


Massimo Cappellani - non va dimenticato – è un matematico. Le sue fotografie sono prima di tutto luoghi geometrici le cui coordinate soddisfano un’unica equazione: la visione è conoscenza e la conoscenza è visione. Ecco perché il suo metodo – prima che la sua fotografia – non può che essere analogico ovvero prediligere la chiarezza e la tonalità della pellicola (più vicina alla percezione visiva umana) alla luminanza del sensore digitale. Dove andrà il lavoro di Massimo? Quale dimensione potrebbe essere al centro delle sue future ricerche? Da Escher a Mobius, da Mandelbrot a Michele Emmer fino a Steve Jobs, sono in tanti ad aver celebrato le nozze tra arte e matematica, filosofia e geometria, logica e meraviglia, tecnologia ed emozioni. Certo è singolare notare come il linguaggio, non riuscendo a tenere il passo della scienza, sia costretto a ricorrere ad una terminologia di natura diametralmente opposta: così i fotoni sono particelle “miracolo” che come “fantasmi” possono passare attraverso un muro e “basterebbero pochi bit quantistici per creare un computer quasi magico” D’altronde se già Pitagora affidava ai numeri il compito di tenere unito l’universo ….

 

 

 

sabato 6 ottobre 2012

PENTAMORFOSI: Claudio Assandri, Francesco Bottai, Davide Dall’Osso, Roberto Ferri, Piera Scognamiglio

COMUNICATO STAMPA

 

"PENTAMORFOSI"

CLAUDIO ASSANDRI, FRANCESCO BOTTAI, DAVIDE DALL'OSSO, ROBERTO FERRI, PIERA SCOGNAMIGLIO

 

A cura di Simone Schiavetta
Presentazione di Carlotta Monteverde
Organizzazione e comunicazione Takeawaygallery

 

Testi critici di: Maria Arcidiacono, Viana Conti, Maurizio Scaparro, Vittorio Sgarbi, Claudio Strinati

 

Pentamorfosi, cinque diverse maniere di declinare la forma: Claudio Assandri, Francesco Bottai, Davide Dall'Osso, Roberto Ferri, Piera Scognamiglio; una rassegna mirata, dedicata al linguaggio figurativo contemporaneo, che si propone di approfondire e mettere a confronto il lavoro di questi cinque artisti, scelti come emblematici di una sensibilità tutta nuova, la cui ricerca pone le proprie fondamenta nel recupero e rinnovato valore della rappresentazione, intesa sia come ricostruzione che come reinterpretazione. Le opere, una ciascuno, si alterneranno di due settimane in due settimane, dal 13 ottobre al 22 dicembre, nello spazio/vetrina della Galleria Opera Unica, in via della Reginella a Roma.

Dissimili e distanti per tecniche e materiali utilizzati, risultati espressivi e poetica, nei dipinti e nelle sculture degli autori in questione si possono rintracciare punti di tangenza e contatto, frutto di una progettualità comune, che riesce a mettere in relazione e creare connessioni tra approcci tanto lontani. La forte estetizzazione, la teatralità del gesto, la riscoperta di un'armonia ed un equilibrio compositivo, nonché una risolta dicotomia tra tradizione ed innovazione ed un uso della figura come fine e fondamento, avvicinano soluzioni in apparenza discordi, risposte parallele ad una necessità di revisione del linguaggio figurativo nel profondo.

Inaugura la rassegna Claudio Assandri, con una introduzione di  Claudio Strinati.

 

"La scultura di Assandri si chiama Lava ed è effettivamente in pietra lavica. Su intervento dell' artista, con un abile marchingegno, da essa escono fiamme che testimoniano dell'origine stessa di quella materia. Una testa che brucia può produrre reazioni diverse in chi osserva il singolare fenomeno, anche perché la testa in se stessa è modellata con l'energia e la sobrietà che si addicono piuttosto alla forma classica, che normalmente è pura, bianca e intoccabile. E questo culto della classicità c'è veramente nel nostro artista che modella da par suo anche il marmo e che calibra la struttura dell'immagine su principi antichi di equilibrio, armonia, stabilità. Ma il fuoco quando invade la testa provoca invece una sensazione di squilibrio, di disarmonia, di instabilità. Le due anime ci sono veramente in lui: un estro libero e bizzarro e una regolarità maestosa. E' indubbio, peraltro, che una curiosa inquietudine promani sempre dalle elaborazioni di questo artista che spazia anche nel campo della pittura e che colpisce a fondo chiamando a sé l'osservatore dell'opera fino a costringerci quasi a seguirlo con la perentoria energia della sincerità e della felicità creativa. Arde di passione ma collocandosi nello spazio con la fermezza imperturbabile di chi sente di avere la situazione sotto controllo, quale che sia".

Claudio Strinati


Info:  

mostra di pittura e scultura


PENTAMORFOSI: Claudio Assandri, Francesco Bottai, Davide Dall'Osso, Roberto Ferri, Piera Scognamiglio


CLAUDIO ASSANDRI, testo critico di Claudio Strinati: 13 - 22 Ottobre
ROBERTO FERRI, testo critico di Vittorio Sgarbi: 27 Ottobre - 8 Novembre

PIERA SCOGNAMIGLIO, testo critico di Maria Arcidiacono: 10 - 22 Novembre
FRANCESCO BOTTAI, testo critico di Maurizio Scaparro: 24 Novembre - 9 Dicembre
DAVIDE DALL' OSSO, testo critico di Viana Conti: 11 - 22 Dicembre

 

INAUGURAZIONE: sabato 13 ottobre ore 18.30

Dal 13 al 22 ottobre 2012

 

Galleria Opera Unica

Via della Reginella 26, Roma - 06.68809645

L'opera è visibile 24 ore su 24

 

Contatti: takeawaygallery@gmail.com


martedì 2 ottobre 2012

INVITO A PALAZZO 2012 ALLA FONDAZIONE CARICHIETI




LA FONDAZIONE CARICHIETI
E LA CARICHIETI S.p.A.

presentano

"INVITO A PALAZZO 2012"

un’occasione unica per scoprire i tesori d’arte di Palazzo de’ Mayo e per visitare i mondi di Federico Spoltore

SABATO 6 OTTOBRE ORE 10 | PALAZZO DE’ MAYO, LARGO MARTIRI DELLA LIBERTÀ| CHIETI

“Invito a Palazzo” è l’appuntamento dedicato all’annuale apertura delle più belle sedi di banche e di fondazioni di origine bancaria d’Italia che, per un giorno, aprono le loro porte mettendo in mostra i propri capolavori d’arte, non ad un pubblico di clienti, ma di visitatori.

L’iniziativa è promossa dall’ABI - Associazione Bancaria Italiana, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, e si riserva l’obiettivo di far conoscere il notevole patrimonio architettonico e artistico delle banche italiane.
A questa manifestazione, giunta ormai alla sua undicesima edizione, partecipa ancora una volta la Fondazione Carichieti, che accoglierà i visitatori nella nuova e prestigiosa sede di Palazzo de’ Mayo, esempio di eccellenza del barocco abruzzese, indice del forte e costante impegno che la Fondazione rivolge alla cultura.

La manifestazione aprirà sabato 6 ottobre dalle ore 10 alle ore 20 e avrà ingresso gratuito. Un’occasione unica in cui professionisti del settore e storici dell’arte faranno da guida al pubblico attraverso i tesori d’arte esposti nelle sale della Fondazione.
Per l’occasione, saranno aperte e visitabili con orario continuato tutte le sale del Palazzo; il pubblico potrà ammirare la splendida collezione di argenti, un vero e proprio scrigno di capolavori dell’arte orafa dal XVII al XX secolo, provenienti dalle più prestigiose manifatture e collezioni europee. A fare da contorno lo splendido giardino e l’anfiteatro adiacente.
Saranno altresì visitabili le mostre permanenti, tra le quali “La collezione d’arte della Fondazione Carichieti e della Carichieti S.p.a.” un percorso nell’Ottocento europeo composto da oltre 40 opere, tra cui spiccano capolavori di Giovanni Fattori, Francesco Paolo Michetti, Luigi Gioli, Costantino Barbella.
A Palazzo de’ Mayo non mancherà neppure un percorso nel contemporaneo: fra le nuove acquisizioni della Fondazione Carichieti spiccano infatti lo “Sguardo di Garibaldi” di Luca Vernizzi e la straordinaria “Prima Neve” di Omar Galliani.
Da visitare anche l’altra grande permanente “Nel segno dell’immagine. Da Sassu a Ortega”, una raccolta di 130 opere di 90 artisti del XX secolo, messa a disposizione da Alfredo e Teresita Paglione.
Nel S.E.T. – lo spazio dedicato alle esposizioni temporanee sarà possibile ammirare l’esposizione dedicata al centenario della nascita di Aligi Sassu, dal titolo “Sassu e Corrente 1930-1943. La rivoluzione del colore”.

La CariChieti non sarà ovviamente da meno: la sede centrale della banca, situata in Via Colonnetta 24, resterà infatti aperta dalle 10 alle 19 del 6 ottobre e ospiterà presso gli uffici della Direzione Generale la mostra “I mondi di Spoltore”, nella quale saranno esposti 190 dipinti dell’artista abruzzese Federico Spoltore, custoditi nella bella collezione d’arte che la banca è andata componendo nel corso degli anni. Ad accompagnare i visitatori attraverso l’esposizione, ancora una volta ci saranno guide specializzate ed esperti del settore. I festeggiamenti per l’Open Day si uniranno inoltre a quelli per il 150° anniversario della nascita della CariChieti.

Agenzia di Comunicazione:


Culturalia di Norma Waltmann
Bologna - Vicolo Bolognetti 11 
tel : +39-051-6569105
mob: +39-392-2527126




lunedì 1 ottobre 2012

OTTAVA EDIZIONE GIORNATA DEL CONTEMPORANEO A PALAZZO DE' MAYO


La Fondazione Carichieti è orgogliosa di annunciare la sua prima adesione alla Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI, Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, prevista per sabato 6 ottobre, e giunta quest’anno alla sua ottava edizione.

In occasione della manifestazione saranno aperte le porte di Palazzo de’ Mayo, che accoglierà il suo pubblico con una duplice esposizione: presso il SET, (spazio dedicato alle esposizioni temporanee) sarà visitabile la mostra Sassu e Corrente 1930-1943. La rivoluzione del colore, esposizione che ripercorre e documenta organicamente il movimento di Corrente.
Al secondo piano sarà invece possibile ammirare la collezione permanente che si compone di 130 dipinti di 90 artisti del XX secolo, prestito della Collezione Alfredo e Teresita Paglione, più una sezione dedicata a “Gli Argenti di Palazzo de’ Mayo”.

Per tutta la giornata l’ingresso sarà gratuito e verranno offerte visite guidate ogni ora a partire dalle 10 fino alle 19.


La nuova sede della Fondazione Carichieti, con la sua meravigliosa architettura neo-barocca, rappresenta una realtà museale di straordinario rilievo che ha preso campo non solo sul territorio abruzzese, ponendosi sin da subito come polo di riferimento per la cultura nel centro-sud e riuscendo in breve tempo ad estendere la sua influenza su tutto il territorio nazionale.

L’adesione all’Ottava Giornata del Contemporaneo, che coinvolgerà molte realtà in tutta Italia tra gallerie, musei e fondazioni, al fine di promuovere l’arte del nostro tempo, si innesta a pieno titolo nel progetto di promozione culturale tenacemente sostenuto dalla Fondazione Carichieti, costantemente caratterizzato da un occhio di riguardo anche per il recupero e la valorizzazione del territorio.


Agenzia di Comunicazione:

Culturalia di Norma Waltmann
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