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martedì 9 giugno 2020

Salerno / Retrospettiva di Coco Gordon, 1958-2020



COCO  GORDON
 “Timeless, Senzatempo”
La natura tra performance e Exploding Books
di Sandro  Bongiani

Opere 1958-2020

a cura di Sandro  Bongiani
Dal 15 giugno al  28 agosto 2020








"Continuo a potenziare me stessa in quanto donna che sta invecchiando per rendere visibili profonde ricerche culturali, e per creare un impatto sull'etica di pensiero/comportamento e sull'integrazione mente-corpo-spirito della nostra struttura moderna" . Coco Gordon / SuperSkyWoman





Coco Gordon, di origini italiane è tra le più significative artiste " intermediali" americane. Ha radici nel movimento "Fluxus". Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro mondo. Coco Gordon, inizia il suo percorso artistico nel 1958 con delle opere come  Constructivism Apree’ Da Da”, oil painting, una sorta  di elementi plastici e costruttivisti, visti dall’alto come  un paesaggio,  E’ del 1961 il disegno “My hair holds up the city, Coco Charcoal” (I miei capelli reggono la città), in queste prime opere possiamo intravvedere  gli sviluppi futuri della sua personale ricerca artistica. Tra gli anni 1969 e il 1981 arrivano le sperimentazioni  grafiche poetiche dove la scrittura e l’assemblaggio delle materiali acquistano un ruolo rilevante come ad esempio, l’opera realizzata  nel 1982  a Cavriago nel laboratorio di Rosanna Chiessi,  Paper Jewels on tulle" Tendaggio, 4 Bon Bon”,  utilizzando carta fatta a mano, tulle e altri materiali.  Il 1982 è anche l’anno delle prime performances   come  “So Tired Coco Action, e libro", “D.O.A. Doing  (Dead on Arrival)  con Gordon  sotto un pianoforte  che ogni due minuti cambiava i vestiti, oppure, la performance a New York di Coco Gordon con Helmut Becker  dal titolo “Skin Piece” Helmut Becker & Coco action  del 1986. Ha intrecciato rapporti di collaborazione con artisti come Ray Johnson e Alison Knowles, e per le sue attività intermediali e le performances possono essere associate al lavoro di altri artisti del gruppo “Fluxus”, in particolare a Joseph Beuys, Yoko Ono, Carolee Schneemann, e Geoff Hendricks  legate assieme all'idea che tutto è arte.
Già dalle prime opere del 1958 è visibile l’interesse specifico riguardo la natura che sarà tema centrale verso i problemi ambientali e sociali. C'e una foto Cibachrome del 1985 dal titolo "earth", ("Terra") e stata scattata per documentare una performance dell'artista all'interno di una situazione naturale, distesa, nuda, in un piccolo giardino. Sta in posizione supina, il busto coperto di carote appena tolte dalla terra. corpo come scrittura legata all'esperienza universale. Con la pratica della performance, l’artista dimostra la sua stretta vicinanza ai processi naturali e esprime il desiderio di creare un  cambiamento radicale “di consapevolezza” della nostra dipendenza dal consumismo e dalla quotidiana economia di sfruttamento. Pertanto, il suo fare arte e la sua pratica nella natura sono attività compatibili che legate assieme operano per modificare la consapevolezza collettiva e ritrovare un'esperienza primaria legata alla natura. Nel 1992 arriveranno le performances come “Finding Food”, o  Seeking Water”  con Coco Gordon che per un mese vive su un albero, procurandosi il cibo nella foresta a Pender Island in Canada. L’anno successivo (1993), si ritrova a Capri, invitata da  Rosanna Chiessi dell’ Archivio Pari & Dispari di Reggio Emilia a fare la performances  “Lun'acqua come me Capri - dopo il nome della villa Malaparte”, "Casa Come Me", alla Casa Malaparte. Il 2003 e anche l’opera   “Cuscini a Sognare per 6”,- cuscini attaccati insieme per fare suoni e  sognare”, e poi, nel 2005, “Root” una performance con carta fatta a mano messa attorno a una radice di albero ed esposta a Napoli. 
Infine, è del 2020 la mostra personale  di Coco Gordon a Venezia alla Galleria Visioni Altre, dal titolo. “Fresh Cuts - Tagli Freschi”, una sorta di omaggio ad amici/artisti del movimento Fluxus, con una serie di libri e riviste presentati secondo una originale ri-lettura trasversale. Le prime opere di libri tagliati risalgono al 1963, come quello dedicato a  Daniel Spoerri, “ Tagli Freschi per Daniel Spoerri, Fluxus L’Optique Moderne” in cui per la prima volta utilizza un catalogo di Daniel Spoerri per tagliarlo e creare nuovi spazi inesplorati. Dalle pagine visive create tra il 1969 e il 1979 nel successivo decennio arrivano le opere in formato libro d’artista come quella realizzata nel 1987 Intimate #1”, small italian Opera, e poi, dal 2018 a oggi le ultime originali opere in cui ri-taglia e ri-costruisce l’oggetto trasformandolo in un insolito libro-oggetto,  rivisitato per una lettura complessa e alternativa. Tagli come spazi da aprire, per procedere oltre la lettura della pagina. Non una lettura condizionata dalla cronologia, ma da un percorso più personale in cui il lettore può scegliere di vedere da una zona all’altra del libro-oggetto le pagine che preferisce diventando parte attiva  del viaggio. Perché di viaggi si tratta, con aperture e plurime finestre di lettura che ogni volta si riaprono a diverse nuove riflessioni. Quindi, non semplici e consueti Book cut ma libri tagliati ed “esplosi” che hanno bisogno dell’intervento del fruitore per essere osservati.  Nel percorso di lettura dell’opera non c’è un inizio e neanche una fine, ma un susseguirsi di momenti visivi che modificano la lettura del libro. E’ come decidere al momento cosa fare, in un insieme complesso. L’aspetto interessante di queste opere  è far percepire dei tagli che esplodendo si  trasformano  e  si estendono su un piano a creare pagine stratificate. Il taglio è azione, apre e crea nuovi  spazi, accoglie luoghi ancora inesplorati e nascosti, modificando la forma originale del libro e trovando una diversa identità per una lettura avventurosa dell’oggetto”.
Nella mostra  del 2020 Fresh Cut, a Venezia i libri diventano anche i tasti di un pianoforte rosso, scheletrico, “esploso”, immaginato dall'artista come parte dell’installazione per una particolare  performance  in cui l’artista  taglia il vestito di Barbara Cappello, come fa da diverso tempo con i libri d’artista, affidandosi alla lama per permettere di aprire squarci  di tessuto e nuovi pensieri. Un intervento, quindi parallelo, seppur in un altro piano del linguaggio, in cui la stessa Barbara Cappello diventa una sorta Book cut dell’evento, che per l’occasione scrive: “affidarsi alla lama per permettere di aprire brecce e pertugi, affinché la sostanza prenda corpo nella visione esterna, così da riordinare il caos costretto dietro il velo del tessuto che relaziona gli esseri” – aggiungendo - “il taglio apre e crea uno spazio nuovo, un luogo ancora inesplorato che si presta al riempimento di quel vuoto apparente con la visione prospettica tridimensionale. Prima una forma, dopo più forme, che mutano a seconda del movimento. E' il moto che genera la percezione della forma tridimensionale, la quale assume altre forme a seconda di come si sposta, danza, salta o semplicemente ruota. La staticità, invero trasposta da uno stato all'altro su un piano unicamente dimensionale, ove concede solo la visione panoramica con un orizzonte definito. Giustappunto la lama tagliente si muove in direzioni precise, ma multiple. Tra Coco e me, c'è stato un dialogo molto sottile, riguardo l'ascolto reciproco l'una dell'altra. Se lei seguiva i miei movimenti, io conducevo i suoi e viceversa. Tutto è comparso dal nostro dialogo, senza un progetto, il resto è sola azione performativa”.
Le azioni dei tagli sul libro come nella performance a Venezia sono atti similari in una unità d’intenti in cui tagliare, aprire, rendere visibile le variazioni per poi condividerle sinteticamente in una diversa dimensione tra mente-corpo-spirito e tra azione, arte e vita.  Sandro  Bongiani


mercoledì 6 novembre 2019

Spazio Ophen Virtual Art Museum di Salerno / Mostra Personale di Carl T. Chew - RCBz - Reid Wood





Pavilion Lautania Virtual Valley / Spazio Ophen Virtual Art Museum

Carl T.  Chew - RCBz - Reid  Wood

IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances Two



Tre proposte  internazionali indipendenti con un testo di Sandro  Bongiani presentate in contemporanea con la 58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019 e in  occasione del decennale dello Spazio Ophen Virtual Art Gallery.

  Inaugurazione lunedì 25 agosto 2019 ore 18:30  
from 25 august to 21 november 2019



                                                                                                          

Domenica 25 agosto alle ore 18.30 lo  Spazio Ophen Virtual Art Museum è lieta di inaugurare IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances Two,  tre personali dedicate a tre artisti di confine “marginal attivi” presentati negli spazi del Pavilion Lautania in contemporanea con la  58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019. Le rispettive mostre sono accompagnate da un testo critico di Sandro Bongiani e sono visitabili fino al 21 novembre 2019.


Lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery in occasione della 58° Biennale di Venezia 2019, intende dedicare l’attenzione come evento indipendente e collaterale presso il “Pavilion  Lautania  Virtual  Valley”  a  Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood, tre artisti americani nati nel 1948 che riassumono compiutamente il lavoro di una ricerca marginal-attiva   ch’è  iniziata con Shozo Shimamoto, G. Achille Cavellini, e poi proseguita con altri diversi artisti, tra cui Ryosuke Cohen, Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood. In linea con il tema generale May You Live In Interesting Times”  della 58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019 che indaga sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, con una lettura della realtà osservata da più punti di vista, fra modi diversi di interpretare il mondo.
Per questo secondo evento internazionale vengono presentati 24 opere ciascuno dei tre artisti americani, in  tre sale personali diverse con la carica metafisica e la condizione visionaria delle cose raccontata da Carl T. Chew,  dal mistero dell’oggetto ansioso, dal mondo insostanziale e  dai luoghi inoggettivi diventati  “non luoghi”  di Reid Wood,  oppure, dall’intervento spesso  dissacratorio e poetico tra fantasia, realtà e storia dell’arte dell’artista RCBz.  Sono particolari riflessioni che gli artisti fanno  oggi in questo anestetizzato contesto sociale carico di grande incertezza e disumanità in cui si confezionano spesso ingiustizie che certificano il disprezzo assoluto per la condizione umana.  Sia Carl T. Chew che RCBz e Reid Wood lavorano  utilizzando la fotografia e la stampa digitale approdando al teatro dell’essenza e  dell'eterotopia trascorrente, tra spazio esteriore e spazio mentale divenuto accadimento e essenza poetica del  “non-luogo.” Le opere  ancora poco conosciute al grande pubblico dei tre artisti nascono dal bisogno  di collocarsi al di là di un confine, in un’area di ricerca “marginale” capace di definire  e porsi in forma alternativa alle ricerche ripetitive prodotte dal sistema ufficiale dell’arte. Un’invenzione giocata a tutto campo su   “universi possibili”, intesa come il luogo privilegiato per rilevare nuove ipotesi di lavoro  che nella dimensione creativa e mentale suggeriscono  nuove possibilità di ricerca, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. Permane in loro la proposta convincente di  una ricerca volutamente di confine  in un particolare campo di azione  svolto tra fotografia e rappresentazione poetica, come  spartiacque al  modo  omologato e spesso monotono proposto dal sistema istituzionale dell’arte.

Si ringrazia l’Archivio Carl T. Chew di Seattle, L’Archivio RCBz del Minnesota,  l’Archivio Reid Wood di Oberlin, (Usa) e la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno (Italy) per aver permesso la realizzazione di questo secondo importante appuntamento internazionale.





Pavilion Lautania / Spazio Ophen Virtual Art Museum
 IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances Two
Carl T.  Chew - RCBz – Reid  Wood
Via S. Calenda, 105/D – Salerno (Italy). Tel/Fax 089 56 48 159
e-mail:  bongianimuseum@gmail.com    

Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00 


  

 


BIOGRAFIA / CARL  T.  CHEW


Born: 1948, Urbana (IL), lives  in  Seattle, Washington (Usa) 
 World's Most Famous Unknown Artist!

Employment History
2010 Artist again, 2006 – 2010 Seattle Public Schools Middle School science teacher, 2004 – 2005 Self-employed visual artist, http://www.ctchew.com, 2004 – 2005 Seattle Public Schools substitute teacher, 2001 – 2004 Seattle Public Schools 4-5 teacher, Graham Hill Elementary School, 2000 – 2001 Seattle Public Schools substitute teacher, 1985 – 2000 Founded and directed The Contemporary Carpet Center, Kathmandu, Nepal, 1989 – 1990 Public Schools/Public Art, Washington State Arts Commission, 1988 Artists Unlimited, Artist in Residence, Edmonds Community College, Edmonds, WA, 1984 – 1986 State of Washington Dept. of Transportation, City of Seattle, I-90 Design Team, 1976 – 1999 Self-employed as a visual artist and musician.

Selected One Person Exhibitions
 1994, Mia Gallery, Seattle, WA, January, 1991,"Too Live Chew", Mia Gallery, Seattle, WA, January,  1990, "C.T. 'C'elects", Cheney Cowles Museum, Spokane, WA, September-October, 1988, "Documents Northwest", Seattle Art Museum, Seattle, WA, March 3-April 24,  1983, "Le Extinction des Artes", Whatcom Museum of History and Art, Bellingham, WA,  1980, "Medieval Massage Parlor", Davidson Galleries, Seattle, WA, September, 1979, "Prehistoric Post Office", Davidson Galleries, Seattle, WA, September, 1978, "Stamps", The Brooklyn Museum, Brooklyn, NY, May, 1977, "Video Dig", and/or, Seattle, WA. Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno (Italy).

 

 



 BIOGRAFIA / RCBz




Born: 1948, Minnesota (Usa),  perhaps?
“Born in the east of the East River due to the murmuring anxiety of the decennial celebrations of victory, immersed in commercially financed electromagnetic mythologies, bound by a beneficent indifference to flit, flail and fritter through the ancestral Alexandrian parchments, I am not an artist; I am not a scholar; They are a faint moody impulse that goes around the intellectual float ".
RCBZ is "in it but not of it". The situation is becoming a story that is passing into the realm of the Yeti. We have shown that everyone exists, but sightings are less and less frequent. RCBz has always lived in anonymity, it is a sort of mysterious Banksy of international postal art. Certainly much more creative than the Billboard advertising and commercial poster. We know very little about this artist and there is still no trace of biography that can reveal something more to us. We only know that he lives in Minnesota (USA).  Friends, who knows something let us know !!! Currently there is no personal site where you can see his works. Some recent works of recent years are present only on: http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=73  and in this personal exhibition. Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno (Italy).








BIOGRAFIA / REID  WOOD


Born: 1948, North Carolina (USA), lives in Oberlin, Ohio (Usa).
Reid Wood was born in 1948 in North Carolina (USA). He holds BA and MA degrees in studio art from Oberlin College. He works in a variety of media, including drawing, printmaking, collage, artists books, mail art, digital imaging, and performance art. He has exhibited his work both nationally and internationally in more than 145 venues since 1975. Examples of his work can be found in a number of public and private collections and archives, including MoMA (Franklin Furnace Archive), The Sackner Archive, The Avant Writing Collection (Ohio State University), Archives of American Art (John Held, Jr. Papers), The National Institute of Design (Ahmedabad, India), Lalit Kala Akademi (New Delhi, India), The National Postal Museum of Canada, The Emily Harvey Foundation (Venice), the King St. Stephen Museum of Hungary, Museo Minimo (Naples), and The National Museum El Reina Sofia, Madrid (Sztuka Fabryka Archive). Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno (Italy). Some recent works of recent years are present only on: http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=80Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno.



Mostra segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno 


mercoledì 16 agosto 2017

Salerno / MARCEL DUCHAMP 1887 - Area di Confine Porta Duchamp

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
PAVILION  LAUTANIA  VIRTUAL  VALLEY  / 1887 - Kurt Schwitters & Marcel Duchamp “UNIVERSI  POSSIBILI / Verso La Globalità Intelligente”  a cura di  Giovanni Bonanno. 

Dal 6 maggio 2017 al 26 novembre 2017

Due proposte  internazionali presentate in contemporanea con la 57th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2017. 
     
MARCEL  DUCHAMP  / 1887 – Area di Confine  Porta Duchamp
Mostra collettiva internazionale  dedicata  a  Marcel Duchamp
a cura di Giovanni  Bonanno / Secondo  evento  contemporaneo ed indipendente  progettato in concomitanza con la 57th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2017
Dal 28 agosto al 26 novembre 2017
Inaugurazione:  lunedì  28 agosto  2017,  ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
e-mail:  bongiani@alice.it   
Web Gallery:
http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00 

Per i 130 anni dalla nascita  di  Marcel Duchamp (Blainville-Crevon, 28 luglio 1887 – Neuilly-sur-Seine, 2 ottobre 1968), lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery in occasione della 57° Biennale di Venezia 2017, intende dedicare l’attenzione come evento indipendente e contemporaneo presso il “Pavilion  Lautania  Virtual  Valley”   a Marcel Duchamp e Kurt Schwitters    che riassumono compiutamente il concetto  di   indagine intesa come il luogo privilegiato per rilevare i sogni e le utopie che nella dimensione metafisica e mentale suggeriscono  mondi e immaginari collettivi.  Nell’assemblage tridimensionale “Etant Donnés” Duchamp lavora in gran segreto nell'ultimo ventennio della sua vita. Nel 1968, al momento di lasciare New York per andare a trascorrere l'estate in Europa, il lavoro è ormai ultimato e Marcel prima di morire si preoccupa di organizzare la sua presentazione finale preparando un manuale di istruzioni per il montaggio della costruzione, accludendo fotografie, note e un modellino in scala. L’opera  ancora assai poco conosciuta nasce nel bisogno  di porsi al di là, di definire  e mettere in forma totale una possibile estensione dell’altro, nella  necessità  ulteriore di metabolizzare la  realtà. Un’invenzione giocata a tutto campo su  proiezioni di frammenti e“universi possibili”, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. In questa   seconda collettiva internazionale sono presenti 72 opere di altrettanti importanti artisti  che hanno voluto  condividere  tale proposta come artisti di frontiera  a margine  di un  possibile confine e spartiacque al  sistema omologato  dell’arte ufficiale. 

Artisti: 
Marcel Duchamp, Francia I Ruggero Maggi, Italia I John M. Bennett, Usa I Luisa Bergamini, Italia I Vittore Baroni, Italia I Fernanda Fedi, Italia I Emilio  Morandi, Italia I Pier Roberto Bassi, Italia I Mauro Molinari, Italia I Rosa Gravino, Argentina I Leonor Arnao, Argentina I Linda Paoli,  Italia I  Lancillotto  Bellini, Italia I Anna Boschi, Italia I Stathis Chrissicopulos, Grecia I Rosalie Gancie,  Usa I Daniele  Virgilio, Italia I Antonio  De Marchi Gherini, Italia I Claudio Grandinetti, Italia I  Carmela Corsitto,  Italia I Alfonso  Caccavale, Italia I Maya Lopez Muro, Italia I Franco Altobelli, Italia I Lucia Spagnuolo,  Italia I Clemente Padin, Uruguay I Renata e Giovanni Strada, Italia I Willemien Visser, Germania I Bruno Cassaglia, Italia I Lamberto Caravita, Italia I C. Mehrl  Bennett, Usa I Borderline Grafix, Usa I Daniel  Daligand,  Francia I Carlo Iacomucci, Italia I Mabi Col, Italia I Guido Capuano, Italia I Francesco Aprile, Italia I Gino Gini, Italia I Pascal Lenoir, Francia  I Adolfina De Stefani, Italia I Carl Baker,  Canada I Virginia Milici, Italia I Oronzo Liuzzi, Italia I Giovanni Bonanno,  Italia I Marcello  Diotallevi,  Italia I Donjon Evans, Usa Maria Josè Silva - MIZE', Portugal Laura Agostini,  Italia I David Drum, Usa I Lilian Pacheco, Brasile I Antonio Sassu, Italia I Jacob de Chirico, Italia I Cesar Reglero Campos, Spagna I Domenico Severino, Italia I Roberto Scala, Italia I Angela Caporaso, Italia I Claudio Romeo, Italia I Cinzia Farina, Italia I Marina  Salmaso, Danimarca I Maribel Martinez, Argentina I Rosanna Veronesi, Italia I Remy  Penard, Francia I Fulgor C. Silvi,  Italia I Mighel  Jimenez, Spagna I Ramona Palmisani, Italia I G. Franco  Brambati, Italia I Rossana Bucci, Italia I Rolando  Zucchini, Italia I Cecilia Bossi, Italia I Maria Teresa Cazzaro, Italia I Mauro Dal Fior, Italia I Joey  Patrickt, Usa  I Josè Luis Alcalde Soberanes, Mexico.


BIOGRAFIA 
MARCEL DUCHAMP (1887-1968) Biografia Henri-Robert-Marcel Duchamp nasce il 28 luglio 1887 nei pressi di Blainville, in Francia. Nel 1904 frequenta i corsi di pittura all'Académie Julian fino al 1905. Le sue prime opere sono di stile postimpressionista. Espone per la prima volta nel 1909 al Salon des Indépendants e al Salon d'Automne di Parigi. I suoi dipinti del 1911, in stretto rapporto con il cubismo, tendono tuttavia a rappresentare immagini successive di un corpo in movimento. Nel 1912 dipinge la versione definitiva di Nudo che scende le scale: l'opera viene esposta al Salon de la Section d'Or dello stesso anno e in seguito, nel 1913, all'Armory Show di New York, dove susciterà grande scalpore. Le idee iconoclastiche e radicali di Duchamp precorrono la nascita del movimento Dada, che avverrà a Zurigo nel 1916. Dal 1913, abbandonati la pittura e il disegno tradizionali, si dedica a forme d'arte sperimentali elaborando disegni meccanici, studi e annotazioni che verranno inclusi nella sua grande opera degli anni 1915-23, La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche. Nel 1914 realizza i primi “readymade” (oggetti di uso comune, a volte modificati, presentati come opere d'arte) destinati ad avere effetti rivoluzionari per molti pittori e scultori. Nel 1915 Duchamp soggiorna per la prima volta a New York. Dalla metà degli anni '30 collabora con i surrealisti e partecipa alle loro mostre. Si stabilisce in modo definitivo a New York nel 1942 e diviene cittadino statunitense nel 1955. Negli anni '40 è in contatto con i surrealisti emigrati a New York e con essi espone varie volte. Nel 1946 comincia a realizzare Etant donnés, un grande assemblage al quale lavorerà segretamente per i successivi vent'anni. Muore a Neuilly-sur-Seine, nei pressi di Parigi, il 2 ottobre 1968. 

mercoledì 28 dicembre 2016

John M. Bennett/ “EXPERIMENTAL VISUAL POETRY



SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D – Salerno




EXPERIMENTAL VISUAL POETRY
Mostra Personale  di  JOHN  M. BENNETT



Opere 2014 - 2016
a cura di Giovanni  Bonanno
Dal  12 Gennaio al  2 aprile 2017
Inaugurazione:  Giovedì  12 Gennaio 2017,  ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
e-mail:  bongiani@alice.it      
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
                              
S’inaugura  giovedì 12 gennaio 2017, alle ore 18.00, la mostra  personale  dal titolo: “EXPERIMENTAL VISUAL  POETRY” che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery  di Salerno dedica all’artista John M. Bennett con 71 poems poetry realizzati  in un arco di tempo che va dal 2014 al 2016.  L’esposizione e accompagnata da  una presentazione critica di Giovanni Bonanno. 
John  M. Bennett (b. 1942, Chicago) è un poeta visuale americano sperimentale in cui la scrittura, il suono, la poesia fonetica e la performance  si relazionano  in una sorta di poetica “asemic” in cui il consueto concetto di poesia lineare si evolve  e viene sovvertito in direzione di una visione sperimentale, accogliendo di fatto umori e ricerche  nuove nell’ambito della scrittura, del suono e della parola. John M. Bennett appartiene a una e particolare area di ricerca in cui la libertà e la metafora multi-strutturata di significato si condensa  in lacerti di senso ambiguo dandogli una  presenza apparentemente in forma di scrittura, di immagine o di parola. In 50 anni  di attività poetica, ha saputo rigenerarsi  con  una sorprendente varietà di proposte in grado di relazionarsi proficuamente con le avanguardie storiche del novecento e  con personaggi interessanti come per esempio  André Masson,  Max Ernst, Henri Michaux, Paul Klee, fino ad rigenerarsi  nelle “asemic writings” con una scrittura “universale” capace di suggerire  nuove e diverse  interpretazioni possibili.  La sua è una scrittura  che considero “d’interferenza relazionale” con l’intenzione ben precisa di annullarne la completa  leggibilità e per definirsi come lettura autonoma,  proprio perché  riposta in profondità nelle nostre menti inconsce. Una scrittura creativa, quindi, che fonde testo e segno grafico per divenire in definitiva  anche lacerto d’immagine  al limite della figurazione o della scrittura grafica. Perché, scrive Giovanni Bonanno,  “è nel caso e solo nella dimensione  aperta del fare  che  l’espressione poetica può esistere e manifestarsi  scavalcando la comprensione univoca  della lettura linguistica decodificata; così, solo così un testo poetico può essere interpretato in modo personale, liberando la mente e rincorrendo a diversi  significati plurimi che derivano da ciascun  accordo e simbolismo grafico”. Diretto discendente del Dadaismo e della scrittura sperimentale, viene presentata  in  questa  mostra  personale la poetica  di ricerca  di questo importante autore americano con una serie di lavori degli ultimi tre anni (2014 - 2016).  L’evento vuole essere anche un doveroso  omaggio alla visione del non-sense e dell’objet trouvé  diffusa dal Dadaismo  di cui  nel 2016 è ricorso il centenario, (1916-2016).



Biografia  di  JOHN  M. BENNETT
John M. Bennett [JMB] è nato a Chicago, Illinois, il 12 ottobre 1942. poeta sperimentale, ha iniziato a far conoscere  il suo lavoro già nel 1970.  Ha lavorato in una grande varietà di generi, tra poesia visiva, grafica, suono, mail art, cinema collaborando con scrittori e artisti da tutto il mondo. E 'stato anche editore della rivista letteraria internazionale Lost and Found Times, 1975-2005. Richard Kostelanetz ha scritto che  “John M. Bennett è stato il poeta americano fondamentale della mia generazione, perché ha prodotto tanti lavori interessanti in una complessa varietà di modalità sperimentali”. Attraverso una piccola casa editrice Luna Bisonte Prods” fondata nel 1974, Bennett  si propone prima nella veste di  editore di se stesso e poi anche di altri poeti. In tanti anni ha pubblicato migliaia di opere di scrittori  in edizione limitata che fanno parte del mondo della  poesia visiva, parola arte e arte /poesia, compresi i 30 anni della rivista "Lost & Found Times",  raccolti in diverse importanti istituzioni, tra cui Washington University di St. Louis , SUNY Buffalo , The Ohio State University e il Museum of Modern Art . Bennett stesso è  anche il curatore del "Avant Writing Collection", "The William S. Burroughs Collection", e "The Cervantes Collection" ai Ohio State University Libraries. 

         
Vive e lavora a Columbus, Ohio (USA).           Home Page: http://www.johnmbennett.net/


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